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Voto all'ordine del giorno Meloni su Mes, 7 "ammutinati" nel M5S: c'è anche Dalila Nesci

Dalila Nesci

C’è anche la deputata vibonese Dalila Nesci tra i sette ammutinati del Movimento 5 Stelle che hanno votato ieri contro la maggioranza un ordine del giorno presentato da Giorgia Meloni. Un voto, quello di ieri, che arriva dopo l’apertura di un dossier dei Probiviri M5S proprio su Nesci e dopo mesi nei quali la parlamentare calabrese è apparsa sempre più distante dalle posizioni del Movimento ufficiale, specie dopo il no dei vertici alla sua proposta di autocandidatura alla presidenza della Regione Calabria.

In effetti, come sottolineano tutti gli osservatori, i 7 che hanno votato l’odg di Fratelli d’Italia sono “dissidenti” già da tempo. C’è Nesci, ma anche duri e puri anti-Mes, come Raphael Raduzzi o Alvise Maniero. Anche Pino Cabras, Andrea Vallascas, Antonio Lombardo e Giovanni Vianello votano in dissenso.

Alcuni di loro, come Cabras e Vallascas, avevano firmato la “petizione” di Alessandro Di Battista contro le scelte fatte sulle nomine. Alcuni valutano il voto come la nascita di una corrente embrionale, che prenda le distanze da un appiattimento filo-governativo del M5S.

Il deputato M5s Pino Cabras spiega così il suo voto contro la maggioranza: «Abbiamo votato un ordine del giorno presentato da Giorgia Meloni che recitava una frase spesso pronunciata solennemente dal governo Conte, “non utilizzare per nessun motivo il Mes”. Abbiamo cioè votato un’ovvietà contro uno strumento che volle invece un governo in cui Meloni era ministra».

La nascita della “corrente” si accompagna all’arrivo (rinviato, per ora) degli Stati Generali grillini. Il confronto dovrà attendere: il blog delle Stelle ha sancito proprio ieri il “rinvio”, entro comunque la fine dell’anno, dell’elezione del nuovo capo politico. Per ora, i poteri restano in capo al reggente Vito Crimi.
Meloni, intanto, incassa e ringrazia. «Ci sono 7 deputati Cinquestelle – dice – che non hanno seguito il diktat di partito, votando a favore dell’odg di Fratelli d’Italia per dire chiaramente NO al Mes. In contrasto anche con i loro colleghi di partito che hanno scelto di sottomettersi al Pd. Senza che tolga nulla alle nostre differenze, da italiana li voglio ringraziare per essere stati coerenti e coraggiosi», scrive su Facebook.

«Chi decide di agire da solo pensando solo a sé, a “cosa diranno gli altri di me”, rema contro la squadra e indebolisce ciò che forse credeva di difendere». È questo, invece, il senso del ragionamento che il capo politico M5S Vito Crimi, dopo il voto sull’odg contro il Mes alla Camera, ha sottolineato a chi, tra lo staff e i parlamentari, ha avuto modo di parlargli. Azioni come quelle del voto in dissenso sul Mes «non possono essere più tollerate, sarebbe irrispettoso verso chi fa gioco di squadra», ha sottolineato il capo politico.

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