«Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione». Lo afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista in apertura del Corriere della Sera in cui si dice «felice» della liberazione di Silvia Romano, avvenuta grazie «ai nostri servizi di intelligence, al lavoro investigativo dell’autorità giudiziaria e alla costante attenzione» dei ministri Di Maio e Guerini.
Tornando ala pandemia, «saranno mesi molto difficili. Avremo una brusca caduta del Pil e le conseguenze economiche saranno molto dolorose», rimarca Conte.
In merito alle risorse europee, «sulla nuova linea di credito del Mes sono arrivate parole chiare da parte dell’Eurogruppo. Ora attendiamo i regolamenti attuativi, poi valuteremo in Parlamento», dice Conte. Tuttavia «le risorse del Mes, della Bei, del Sure da sole sono insufficienti. Stiamo in costante dialogo con la Commissione europea perché venga introdotto un Recovery fund di notevoli dimensioni», con risorse «anticipate attraverso un prestito ponte». Sulle risorse alle imprese e le banche, «con la garanzia di Stato ci attendiamo una brusca accelerazione. Le banche devono fare la loro parte».
In tema del potere decisionale delle Regioni, «con le linee guida che ci permetteranno un controllo della curva epidemiologica, potremo permetterci anche differenziazioni geografiche», ma «questo non significa procedere in ordine sparso e affidarci a iniziative avventate», avverte Conte. Sulla scuola, «il rientro deve essere gestito in modo unitario su tutto il territorio nazionale».
Quanto alla possibile riapertura di bar, ristoranti e parrucchieri il 18 maggio anziché l’1 giugno, «potremo concordare con le Regioni alcune anticipazioni».
Su Matteo Renzi, «Italia viva pone delle questioni, a volte, con particolare vivacità. Ma sono convinto che da questo confronto ripartiremo più forti e coesi», dice Conte, che sull'ipotesi di un governissimo di Mario Draghi commenta: «Non so quante volte si sarà sentito strattonato. Chi davvero ha per lui la stima che pure professa di avere, farebbe bene a non sciupare il suo nome nel teatrino dei giochi politici quotidiani».
Parlando della sanatoria, «regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato e agli schiavisti del nostro tempo, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute, tanto più in fase di emergenza sanitaria», rileva il premier.
Sul caso Bonafede-Di Matteo, «mi amareggiano le illazioni. Parliamo del ministro che con il provvedimento sulla corruzione ha sbarrato la porta delle istituzioni agli appetiti criminali. Continuerà a farlo, a testa alta», conclude.
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