Botta e risposta tra il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, sulla riapertura dei confini.
"Noi in Sicilia abbiamo fatto un’ordinanza che impedisce di entrare nella regione non fino al 4 ma fino al 7 giugno. E ora dobbiamo farne un’altra che confermi questa o la modifichi. Con il cuore aprirei l’isola ai turisti già dal 7 giugno. Ma con la ragione dico: aspettiamo il dato epidemiologico nazionale che sta per arrivare e sulla base di questo decidiamo. Ma tutti insieme, presidenti regionali e governo, dobbiamo confrontarci e credo lo faremo sabato. Non si può avviare la nuova fase in una logica da macchia di leopardo. Ci vuole una responsabilità condivisa da tutti", è il chiaro messaggio del governatore della Sicilia.
Alla domanda su come reagirebbe se la Campania, mentre gli altri aprono ai viaggi e al turismo, invece chiudesse distinguendosi, Musumeci risponde: "Se lo facesse, provocherebbe gravi problemi. Perché, ripeto: deve essere omogenea e nazionale la riapertura della mobilità. O si autorizza in tutte le regioni o in tutte la si impedisce. Questo deve deciderlo il governo di Roma e il summit finale che faremo sabato serve anche a stabilire questo punto cruciale. Non deve essere una partita a dama la riapertura della mobilità tra le parti d’Italia ma un gioco di condivisione".
Sull'ipotesi passaporto sanitario, fa sapere: "Chiamiamolo come vogliamo. Io lo chiamo protocollo per poter garantire la sicurezza sanitaria e la tranquillità sociale di chi in Sicilia arriva e di chi in Sicilia vive. Stiamo lavorando per mettere a punto questo documento che dia serenità a tutti. A chi arriva chiederemo garanzie sullo stato di salute,
informazioni sulla situazione familiare a proposito di malattie e virus e altre notizie. Nelle prossime ore decideremo che cosa deve presentare un turista lombardo o di altra provenienza. Occorre filtrare, nel rispetto di tutti e senza fare discriminazioni, chi arriva da noi".
"Nei prossimi giorni con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso. Se tutte le regioni ripartono ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti", puntualizza il ministro Boccia.
Il rappresentante del governo, in audizione alla Commissione parlamentare sul Federalismo fiscale, ha sottolineato che comunque in ogni decisione peseranno le indicazioni degli esperti. "L'articolo 120 della Costituzione dice che una regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. Inoltre gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, quindi non ci sono", ha Boccia.
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