La scissione è compiuta. Lasciano il gruppo tre deputati di lungo corso, alla loro seconda legislatura: Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri oltre ad Elena Pagana e Sergio Tancredi (già espulso da tempo).
I “grillini” sono allo sbando, come il capocomico dei “Sei personaggi in cerca d'autore” che licenzia tutti, afflitto dal dramma dell'incomunicabilità: con una base elettorale in fuga dalla sbornia, con i cinque deputati che si sono accucciati nella dependance del governo regionale, con un'identità immatura che li costringe ad arrotolarsi nel filo spinato delle contraddizioni.
E allora la scelta di incornare Musumeci appartiene al riflesso istintivo di un vuoto a perdere che vede allontanarsi la speranza del rabbocco. Una mossa che punta a radicalizzare lo scontro, ma che nasconde maldestramente la volontà di spingere gli scissionisti del Movimento a confessare il peccato di collaborazionismo. E infatti la risposta non si è fatta attendere, visto che in Aula i dissidenti non avrebbero votato la sfiducia, smascherando platealmente la loro doppiezza.
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