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Ponte sullo Stretto, De Micheli: "Con il Recovery Fund pensiamo a progettazione"

Sul Ponte sullo Stretto di Messina «credo che prima ci debba essere una discussione dentro la maggioranza e una discussione con i territori sulla valutazione dell’impatto di quest’opera. E poi, con l’arrivo delle risorse del Recovery Fund secondo me possiamo immaginare una fase di studi e di progettazione». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, a Radio Anch’io, su Rai Radio1.

«Ovviamente - ha proseguito De Micheli - il Ponte è un’opera che se dovesse essere fatta, andrebbe fatta nel mare e quindi dobbiamo avere, anche in coerenza con le ragioni per le quali è nato questo Governo, e quindi la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, un occhio molto attento a un’opera che non può essere impattante sul mare».

Il tema "Ponte" tiene banco ormai da molti anni: nel febbraio 2008 Silvio Berlusconi annunciava l'imminente inizio dei lavori: il Dl Anticrisi aveva stabilito che la società Stretto di Messina avesse una dote di 1,3 miliardi di euro in conto impianti, prevedendo la nomina dell’amministratore delegato della società Pietro Ciucci a commissario straordinario con il compito di rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività. Decollava l’entusiasmo e a dicembre volava in Borsa pure la quotazione di Impregilo dopo l’ok del Cipe all’avvio dei cantieri.

Una campata centrale di oltre tremila metri di lunghezza, torri alte quasi 400 metri, 6 corsie stradali e due binari. Avrebbe queste caratteristiche il Ponte sullo Stretto di Messina, se dovesse essere riavviato il progetto dell’opera, qualora si decidesse di realizzare la più controversa tra le infrastrutture, il cui primo progetto preliminare risale al 1992 fino all’approvazione del progetto definitivo dal governo Berlusconi nove anni fa, nel 2011. Dopo un anno, però, a dicembre 2012, i tecnici guidati da Mario Monti avevano bloccato tutto.

E questo nonostante Ciucci il mese prima avesse parlato in Commissione lavori pubblici del Senato persino di un Memorandum of Understanding tra la società Stretto di Messina Spa e la China Communication end Construction Company: «Sì, abbiamo sottoscritto un verbale con questo grande operatore industriale cinese alla fine di un incontro che si è svolto a Istanbul in cui è stato affermato l’interesse a fare il ponte», aggiungendo che vi sono anche stati degli incontri con la China Bank e la China Private Bank. Resta il fatto che non se ne fece nulla.

Bisognerà aspettare per una nuova fiammata. La tentazione attraversò, infatti, anche il governo Renzi, con la convinta adesione dell’allora premier e del ministro siciliano Angelino Alfano. Ma nel novembre 2016 ecco la doccia gelata, quando, in sede di discussione del Bilancio, fu bocciato l’emendamento finalizzato a considerare il ponte sullo Stretto, infrastruttura prioritaria per l’interesse del Paese. Nonostante le rassicurazioni il colpo fu duro.

Allora la stima dell’investimento complessivo era di 8,5 miliardi di euro: la cifra era lievitata di 2,2 miliardi rispetto a quelle precedenti stime del Progetto preliminare (6,3 miliardi) soprattutto per le varianti richieste dagli Enti locali. Dal giugno 1981, anno di costituzione della Stretto di Messina, al 2012 gli investimenti per la ricerca, lo sviluppo, gli studi di fattibilità, le progettazioni nonché l’esperimento di quattro gare internazionali e i costi di mantenimento della società sono stati pari circa 350 milioni di euro (3% dell’investimento complessivo).

Il progetto tecnico prevedeva 3.300 metri lunghezza della campata centrale 3.666 metri lunghezza complessiva con campate laterali 60,4 metri larghezza dell’impalcato 399 metri altezza delle torri 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione 5.320 metri lunghezza complessiva dei cavi 1,26 metri diametro dei cavi di sospensione 44.323 fili d’acciaio per ogni cavo di sospensione 70/65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi navi 533.000 metri cubi volume blocchi d’ancoraggio (17% visibile fuori terra).

E ancora 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza) 2 corsie stradali di servizio 2 binari 6.000 veicoli/ora 200 treni/giorno. Tempi di percorrenza: 1-1,5 ore per gli automezzi 2 ore per i treni

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