Subito un altro mese di cig Covid e senza interruzioni: le ulteriori quattro settimane delle nove (su un totale di 18) previste dal decreto Rilancio potranno essere utilizzate anche in anticipo e quindi in continuità rispetto alle precedenti. Il governo interviene con un decreto legge sugli ammortizzatori sociali coprendo il potenziale 'buco' nel ricorso alla cassa integrazione in questa fase di emergenza, che avrebbe potuto lasciare scoperte alcune imprese e lavoratori già dalla fine di giugno, e allo stesso tempo avvia la riforma del sistema. E’ un «primo risultato» per i sindacati, che però chiedono che ammortizzatori e blocco dei licenziamenti (al momento fissato a metà agosto) vengano prorogati fino a fine anno. Grazie al decreto, le aziende ed i lavoratori che hanno esaurito le prime 14 settimane di cig «potranno chiedere da subito le ulteriori quattro settimane approvate dal dl Rilancio», come rimarca il premier Giuseppe Conte nel corso della riunione con i sindacati agli Stati generali dell’economia, ai quali annuncia un Cdm a margine degli incontri a Villa Pamphili per dare il via libera proprio al dl. Alle iniziali nove settimane di cig Covid previste dal decreto Cura Italia sono state infatti aggiunte nove settimane nel decreto Rilancio, però divise in due tranche: cinque settimane da poter utilizzare nel periodo dal 23 febbraio alla fine di agosto e altre quattro tra settembre e ottobre. In questo modo si elimina l'interruzione e si potranno utilizzare consecutivamente le ultime quattro, garantendo così ai lavoratori - come sottolineato dal governo - la continuità del sostegno al reddito. Una novità che presto verrà accompagnata da una riforma dell’intero sistema: il governo lavora per il superamento della cig e per arrivare ad un meccanismo «nuovo e molto più veloce». La riforma degli ammortizzatori sociali «è una assoluta priorità», afferma la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, preparando l’avvio del confronto e indicando nel progetto sul lavoro cavalli di battaglia come il salario minimo ma anche le regole per lo smart working e la detassazione degli aumenti contrattuali. «Nei prossimi giorni inizieremo a confrontarci con le parti sociali: bisogna mettere ordine agli strumenti esistenti prevedendo misure meno passive», sottolinea la ministra che già in queste settimane aveva più volte sostenuto che il sistema attuale è «farraginoso» e «frammentato». Esiste una ventina di strumenti differenti nei diversi settori, che vanno razionalizzati - è la linea che emerge dal ministero - anche per rendere più semplici le procedure di erogazione. Una necessità divenuta evidente proprio in questo periodo, con i ritardi accumulati soprattutto nel pagamento della cig in deroga. Dal fronte politico, «bene il prolungamento della cig per le imprese che rischiavano di esaurirla», dice il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Mentre l’opposizione sostiene che il governo scarica i ritardi sulle imprese: «Dovrebbe essere approvata anche un’altra misura» per cui «le aziende che non rispetteranno le scadenze sulle pratiche della cassa integrazione dovranno pagarsela da sole», afferma la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini. Per i sindacati, l’anticipo della data è un primo passo. "Abbiamo ottenuto un primo risultato», ma «non è ancora sufficiente e abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’anno e anche i conseguenti ammortizzatori sociali», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Richiesta, quella sulla proroga di sostegno al reddito e stop ai licenziamenti, che Cgil, Cisl e Uil rimarcano ormai da giorni. Parla di incontro «positivo» la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine della riunione, nel corso della quale il sindacato ha ribadito la necessità di «un patto forte tra governo, istituzioni e parti sociali" richiamando la concertazione e «lo spirito costruttivo di Ciampi del 1993». Insiste che «bisogna ridisegnare il Paese con un Patto che coinvolga tutti: serve un nuovo modello complessivo" anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.