Uno stop fino a fine anno del pagamento delle cartelle esattoriali e delle rate dei mutui. Sono alcune delle misure allo studio del governo per la manovra di agosto che sarà finanziata con l’extra deficit di 25 miliardi che approderà al voto delle Camere mercoledì. L’esecutivo valuta di estendere al 31 dicembre la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle di pagamento e degli altri atti di riscossione, così come dei pignoramenti, prevista al momento fino al 31 agosto. Le cartelle sospese e pronte da notificare al 31 maggio risultavano oltre 6 milioni, a cui si vanno ad aggiungere quelle ferme e in scadenza a giugno, luglio e agosto. Una mole che arriva a toccare quota 12 milioni secondo Matteo Salvini che ha annunciato che la Lega voterà il nuovo scostamento di bilancio «se ci sarà un pesante taglio delle tasse e la pace fiscale per tutto il 2020». Sul fronte fiscale l’obiettivo del governo resta quello di spalmare su più anni i versamenti di marzo, aprile e maggio sospesi e rinviati a settembre per le imprese e i lavoratori autonomi che hanno registrato perdite e abbatterli di almeno un terzo per i settori più colpiti, quali ristorazione, turismo, abbigliamento. Un’operazione che richiederà uno sforzo di circa 4 miliardi. Dopo lo stop alla proroga di luglio, anche per esigenze di cassa, nella manovra estiva si punta quindi ad alleggerire il carico fiscale in autunno partendo dalla maxi scadenza in arrivo rinviando al 2021 una parte dei versamenti calendarizzati tra settembre e dicembre e spalmandoli su un orizzonte pluriennale. Al momento l’appuntamento con il fisco prevede il pagamento in un’unica soluzione o in quattro tranche mensili. Per dare respiro ai contribuenti le rate saranno quindi allungate e diluite oltre il 31 dicembre. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha aperto poi alla possibilità di sospendere la maggiorazione e le sanzioni per chi non ha pagato entro il 20 luglio, una mossa che si sta valutando con cautela perchè rischia di risultare penalizzante per chi invece ha versato il dovuto per tempo. Si punta a inserire una norma per la prolungare lo smart working nel settore privato fino a fine anno (o legandola all’eventuale proroga dello stato di emergenza). Sarà anche rafforzato il Fondo centrale di garanzia per i prestiti alle piccole e medie imprese con una dote di circa 800 milioni di euro. Arriveranno poi 5,2 miliardi per ristorare delle mancate entrate gli enti locali. Sul piatto ci sono 2,8 miliardi per le regioni e circa 2 miliardi per i comuni (500 milioni per le città metropolitane), comprensivi anche del ristoro per il mancato incasso dell’imposta di soggiorno. Circa 1,3 miliardi dovrebbero essere stanziati per far ripartire la scuola in presenza e in sicurezza. Infine dovrebbero arrivare dei piccoli aiuti anche per il turismo. Una delle misure allo studio già nell’iter parlamentare del dl Rilancio era la possibilità di estendere l’ecobonus anche agli alberghi. Il governo sta valutando anche la possibilità di estendere a fine anno la moratoria sui mutui per le famiglie, attualmente prevista fino al 30 settembre. Al pacchetto lavoro, come annunciato dal ministro Catalfo, sarà destinata «la parte più consistente» delle risorse, ovvero circa 10 miliardi. Si prevede la proroga selettiva di altre 18 settimane della cassa integrazione o in alternativa uno sgravio per quelle aziende che decidono di far rientrare i propri dipendenti al lavoro. E saranno previsti sgravi contributivi anche per le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato. Saranno prolungate le indennità di disoccupazione Naspi e Discoll e il blocco dei licenziamenti, previsto fino al 17 agosto, sarà prorogato a fine anno per le aziende che ricorrono alla cassa Covid, e non varrà per quelle imprese che chiuderanno i battenti. Sarà inoltre rifinanziato il Fondo nuove competenze. In deroga al dl dignità dovrebbe essere prevista la possibilità di prorogare i contratti a termine senza l’indicazione di causali.