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Treni, stadi e discoteche: regole ancora rigide nel prossimo Dpcm

Confermare la distanza sui treni di un metro, stadi ancora chiusi al pubblico e ancora niente discoteche al chiuso. Sono queste le indicazioni per il prossimo Dpcm che arrivano sia dal Comitato tecnico scientifico che dall'ordinanza del Ministero della Salute.

«La mia ordinanza non è legata solo alla vicenda dei treni ma al rispetto delle regole essenziali e i termini dell’ordinanza verranno confermati nel Dpcm che approveremo - dice Roberto Speranza al question time alla Camera -. Ogni scelta restrittiva è evidente che comporta dei costi e dei disagi, ma dobbiamo rispettare i tre principi fondamentali: uso mascherine, distanziamento di almeno un metro e lavaggio delle mani, perche solo ciò ci può consentire di non vanificare il lavoro fatto».

I nodi in discussione in Cts sono non solo la capienza dei convogli ferroviari - che dovrebbe restare al 50% pure per quelli locali -, ma anche la riapertura degli stadi al pubblico a settembre e quella delle discoteche al chiuso. La linea del Comitato sembra essere sempre quella della prudenza: il calcio dovrà fare ancora a meno degli spettatori e per ballare bisognerà accontentarsi delle spiagge. Per quanto riguarda le fiere, un altro tassello delle ultime riaperture in Italia, probabile che potranno riprendere, ma con varie limitazioni. Gli aerei invece continueranno a non avere restrizioni nel numero dei passeggeri: il sistema di aerazione garantisce la sicurezza.

Tra le altre regole quelle sugli scuolabus: sotto i 6 anni non ci sarà obbligo di mascherine ma in generale si punta a un potenziamento delle corse per garantire il distanziamento.

Il nuovo decreto sull'emergenza Coronavirus, in vigore fino al 15 ottobre, non consente un’altra chiusura totale, ha chiarito in commissione alla Camera da un emendamento interpretativo del testo. Il decreto legge consente di limitare gli spostamenti «in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico», spiega il deputato Pd Stefano Ceccanti. Secondo il costituzionalista, se dovesse rendersi necessario un nuovo lockdown nazionale, sarebbe indispensabile il varo di un nuovo decreto per dare copertura normativa all’eventuale Dpcm.

«Abbiamo piegato la curva epidemica grazie alle misure adottate e - ha rilevato Speranza - siamo in un fase migliore, ma la battaglia non è vinta e l’Ue non è fuori dalla fase epidemica piena, basti guardare a ciò che sta avvenendo nei Balcani e alla recrudescenza in alcuni Paesi come Spagna, Francia e Germania». Dal 4 maggio «abbiamo avviato un graduale percorso di riapertura con tre regole, che dovranno ancora accompagnarci nelle prossime settimane: uso della mascherina, il distanziamento di 1 metro e lavaggio delle mani. Ciò - ha concluso - per non vanificare i sacrifici fatti».

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