Conte: Ponte sullo Stretto? Tunnel sottomarino ma prima alta velocità in Sicilia e Calabria
Ieri sera il premier Giuseppe Conte, ospite di un evento nel Brindisino, in Puglia, è tornato a parlare del progetto per il Ponte sullo Stretto, tirando le fila delle tante prese di posizione che si sono susseguite da parte di membri del suo governo su una delle infrastrutture, ancora soltanto “pensata”, più importanti del nostro Paese. Ed ha probabilmente “rinviato” l’iter ancora soltanto immaginato che s’era messo in moto da un paio di mesi, con le sue parole. «Non posso dire faremo il ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti – ha detto –. Dobbiamo prima realizzare l’alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia, ma dobbiamo porci il problema di questo collegamento. Ci sono miracoli di ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova. È un ponte bellissimo. Sullo Stretto, dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l’ambiente, nel caso anche sottomarina: tutte le ipotesi sono aperte, ma ne parleremo a tempo debito». Ecco quanto ha dichiarato a Ceglie Messapica, un centro in provincia di Brindisi, all’evento La Piazza. Ma la Sicilia ha altre idee sulla sua realizzazione. La settimana scorsa all’Ars il centrodestra in conferenza stampa ha presentato un disegno di legge per inserire il Ponte tra le priorità del Governo nazionale, altrimenti in Sicilia si farà il referendum consultivo. Il testo prevede un solo articolo. Gli esponenti politici di diversi gruppi parlamentari hanno spiegato le motivazioni del disegno che testualmente recita: «Il Governo è autorizzato a predisporre gli atti necessari al fine di riavviare l’iter di realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina». Il disegno di legge, se approvato dall’Ars, verrà inviato al parlamento nazionale. Ma su questo testo l’Ars potrebbe, prima dell’approvazione e su richiesta anche di un solo deputato regionale, deliberare l’indizione di un referendum consultivo per verificare la volontà dei siciliani. Tutti i parlamentari presenti hanno confermato che il referendum rappresenta l’ipotesi finale di un percorso che si spera «possa essere interrotto dalla decisione del Governo nazionale di realizzare il Ponte sullo Stretto, inserendolo tra le opere prioritarie da realizzare prevalentemente con i fondi europei del Recovery Fund». Se il Governo nazionale rinviasse invece il progetto, rendendolo di fatto non realizzabile, allora non resterebbe altra scelta che quella di deliberare l’indizione del referendum consultivo in Sicilia.