«Avevamo chiesto a Roma di recuperare i mesi persi senza nessuna programmazione. Avevamo chiesto un ponte aereo per dare un segnale forte, di presidiare il canale di Sicilia per impedire a questi squallidi mercanti di morte di continuare indisturbati. Mi rivolgo direttamente al presidente Conte; convochi il consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza di questi mesi divenuta insopportabile in queste ore. Lampedusa non ce la fa più, La Sicilia non può continuare a pagare l’indifferenza di Bruxelles e il silenzio di Roma. E ieri abbiamo anche sentito qualche irresponsabile pronunciare frasi incomprensibili come «non esiste l’emergenza». C'è una emergenza umanitaria e sanitaria. Lo dicono i numeri. Lo dicono i fatti». Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci in un post su Facebook dopo lo sbarco di 370 migranti avvenuto in nottata a Lampedusa.
Riferendosi alle polemiche suscitate dall’ordinanza con la quale disponeva la chiusura dei centri di accoglienza e il trasferimento dei migranti dalla Sicilia, impugnata dal governo e annullata dal Tar, Musumeci aggiunge: «Non basta impugnare una ordinanza per negare la realtà. È tempo di decisioni forti. Presidente Conte, convochi il Consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza di questi mesi, divenuta insopportabile in queste ore. Lo chiedo da presidente di una Regione che, come prevede lo Statuto, ha diritto di partecipare al Consiglio quando si affrontano decisioni che riguardano la mia Isola. Lo chiedo con rispetto, ma con fermezza. Non costringete i lampedusani a scioperi e serrate. È un luogo meraviglioso, quello: non merita questo trattamento!».
«Domattina convocherò i rappresentanti delle associazioni di categoria dell’isola, dichiariamo lo sciopero generale: abbassiamo le saracinesche, il governo nazionale continua a mantenere un silenzio che fa paura. Qualcuno può ricordare a Conte che Lampedusa è italiana?». Lo dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa. «Posso capire che non si vedono arrivare i barchini - aggiunge - ma se un peschereccio di queste dimensioni con centinaia di persone arriva fin qui e nessuno se ne accorge, vuol dire che non c'è alcun controllo nel Mediterraneo. Ma che fanno le navi militari? Mica siamo in guerra, perché non le impiegano per interventi di sicurezza in mare, e per trasferire i migranti?».
«Il Centro di accoglienza - osserva Martello - è colmo oltre ogni limite di sopportazione umana, e l’Esercito che era stato inviato per evitare che qualcuno abbandonasse la struttura, evidentemente non basta dal momento che c'è chi continua ad uscire dal Centro violando le disposizioni di sicurezza sanitaria». «Domani ci riuniamo con gli imprenditori locali - conclude Martello - dichiariamo lo sciopero sull'isola, questa situazione non ha precedenti. La gente in pericolo va aiutata, ma l'accoglienza umanitaria ha bisogno di regole perché qui adesso ad essere in pericolo siamo noi».
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