Elezioni, 46 milioni di italiani al voto: ma la psicosi contagio rischia di minare l'affluenza
La prospettiva di passare due giorni con guanti e mascherina a contatto - seppur distanziato - con centinaia di persone non sembra avere molto appeal tra gli italiani. Succede così che - alla vigilia del voto - è in atto una vera e propria fuga dai seggi da parte di presidenti e scrutatori designati. E diversi Comuni, da Milano a Roma a Genova, sono stati costretti ad appelli sui social per coprire i 'buchi' registrati. Mentre sono soltanto 1.820 le persone in quarantena che hanno chiesto di avvalersi del voto domiciliare, a fronte delle quasi 40mila che si trovano in condizioni di isolamento per il Coronavirus. Tra i 1.820 anche Silvio Berlusconi, che voterà dalla sua residenza ad Arcore, dopo esser stato dimesso dal San Raffaele. I seggi si apriranno comunque domani alle 7. Si vota per il Referendum costituzionale, le Suppletive del Senato, le Regionali e le Amministrative. Per il Referendum sono chiamati alle urne 46.415.806 elettori, in un totale di 61.622 sezioni. Per le Suppletive del Senato gli aventi diritto al voto sono 427.824 per la Sardegna e 326.475 per il Veneto. Le elezioni regionali (in Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) interesseranno 18.471.692 elettori e un totale di 22.061 sezioni. Le Amministrative si svolgeranno, invece, in 957 comuni per un totale di 5.703.817 elettori. Domani i seggi saranno aperti fino alle 23, lunedì dalle 7 alle 15. Alla chiusura dei seggi seguiranno gli scrutini delle suppletive, del referendum e delle regionali. Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno alle ore 9 di martedì 22 settembre. Che non sia una tornata elettorale come le altre lo indica il kit che viene consegnato a scrutatori, segretari e presidenti dei seggi: ci sono mascherine, gel igienizzante per le mani e guanti. Oltre alla paura del Covid può aver pesato anche il fatto che gli addetti ai seggi dovranno indossare la mascherina per diverse ore di seguito. Inoltre, nonostante il maggiore impegno richiesto per garantire un voto in sicurezza, non sono state previste maggiorazioni rispetto alla retribuzione (224 euro per i presidenti di seggio, 170 euro per scrutatori e segretari). Ma il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rassicura. «E' un ritorno alla normalità andare a votare. Domani e dopodomani si vota e si vota in sicurezza: i protocolli eviteranno gli assembramenti, ci sono percorsi di entrata e uscita, gel disinfettante all’esterno e all’interno, la matita verrà disinfettata». A Milano si vota solo per il Referendum e sono state un centinaio le rinunce 'last minutè di presidenti di seggio. Il Comune ha quindi deciso di lanciare un appello ai cittadini via social per chiedere loro di mettersi a disposizione. E la risposta è stata positiva; c'è stata infatti «grande partecipazione civica» e tutti i seggi sono stati costituiti con 178 sostituzioni di presidenti e la sostituzione definitiva di 1.620 scrutatori. A Roma circa un quinto dei presidenti di seggio è stato surrogato dal Comune per rinuncia della persona già designata: al momento su 2.600 seggi le surroghe sono infatti a quota 530. In caso di rinuncia da parte del presidente, spetta al Comune trovare un sostituto: allo scopo ci sono delle liste di dipendenti comunali e studenti universitari, tutti volontari, da cui il Campidoglio può pescare i 'supplenti'. Problemi anche per gli scrutatori: ne manca circa il 10% ed i seggi si stanno costituendo con numeri minimi. I rappresentanti dei municipi hanno usato i social per cercare i sostituti. Analoga procedura è stata seguita anche dal Comune di Genova che si è trovato con 853 presidenti di seggio e scrutatori rinunciatari, praticamente uno su tre. Proprio con le mail arrivate è stato possibile colmare le lacune. A Napoli hanno rinunciato all’incarico 250 presidenti su884 e saranno impegnati nei seggi 242 dipendenti di Anm - l'Azienda comunale della mobilità - che non saranno dunque in servizio. A Bari il Comune ha dovuto procedere alla sostituzione del 70% dei presidenti rinunciatari dei seggi ordinari e del 100% di quelli Covid. Per questi ultimi ci si è avvalsi di volontari della Protezione civile. Tra gli scrutatori, invece, il dato delle rinunce si attesta al 40%. Sono stati comunque tutti coperti i seggi del capoluogo pugliese.