Nessun lockdown nazionale né regionale ma chiusure provinciali laddove è necessario. Sarebbe questa, secondo quando si apprende, una delle indicazioni emersa nella riunione del Comitato tecnico scientifico. Gli esperti avrebbero comunque sottolineato la necessità di attendere ancora qualche giorno per vedere gli effetti del dpcm del 24 ottobre e anche ribadito la necessità di rivedere le modalità del trasporto pubblico.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di anticipare da mercoledì a lunedì il suo intervento in Parlamento sulle misure contro la pandemia, per fare subito dopo una riunione e poi varare un nuovo dpcm.
Si ipotizzano anche nuove limitazioni ai negozi, un freno agli spostamenti fra le regioni e un intervento sulla scuola: "La curva sta subendo un'impennata così rapida - ha ammesso Conte - che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza".
Una delle opzioni sul tavolo è quella di garantire lezioni in classe fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in su. L'esecutivo starebbe valutando anche di predisporre degli "hotel covid", dove ospitare i positivi che, altrimenti, rischiano di contagiare i familiari. Il governo va di corsa.
Nel mirino ci sono le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, una parte del Veneto e alcune regioni meridionali, come la Campania. Domani ci sarà un confronto fra governo e Regioni, poi nuovi vertici di maggioranza, prima con i capidelegazione e alcuni ministri e dopo con i capigruppo. Con una lettera ai presidenti di Camera e Senato, Conte è tornato a chiedere anche un tavolo con le opposizioni. E ha invitato le forse di opposizione ad aprire già domani un tavolo di confronto permanente. Ma il centrodestra ha risposto picche: "troppo tardi".
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