«Se non c'è l’accordo, è evidente che faranno senza di noi, e le ministre di Iv ritireranno il loro incarico e si dimetteranno». Matteo Renzi, al termine della conferenza stampa convocata a Palazzo Madama per presentare le controproposte del suo partito al documento del premier Giuseppe Conte sull'impiego dei fondi assegnati all’Italia dal Recovery Fund, non poteva essere più chiaro. E se il leader Iv ha espresso più volte l’auspicio che alla fine Palazzo Chigi venga incontro al suo cahier de doleances, i toni usati nei confronti del Capo dell’esecutivo lasciano intuire che si tratterà di un confronto aspro e dagli esiti incerti. «Pensiamo che il piano predisposto dal presidente del Consiglio - ha affermato Renzi - manchi di ambizione, sia senz'anima. Si vede che non c'è un’unica mano che scrive. E’ un collage talvolta raffazzonato di pezzi di diversi ministeri. Si vede la mano burocratica di chi mette insieme i pezzi. Chiediamo al governo - ha aggiunto - di fare un salto di qualità perché questo piano, così com'è, è davvero deludente».
Primo confronto importante mercoledì mattina
Un primo confronto, molto importante, ci sarà già mercoledì mattina, quando, secondo l’annuncio dato da Renzi, la delegazione di Iv si recherà dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per presentare «61 punti su cui al momento non siamo d’accordo». «Andremo - ci tiene a precisare Renzi - combattivi come sempre». Per quanto riguarda l’aspetto costruttivo delle istanze di Iv, questo è stato illustrato da Renzi con l’acronimo «CIAO», vale a dire «Cultura, Infrastrutture, Ambiente, Opportunità». «Il filo rosso - spiega - è la parola lavoro. Pensiamo si possano creare migliaia di posti di lavoro». Tra le proposte, anche quella di «raddoppiare la cifra sul capitale umano. L’Italia deve candidarsi a prendere il posto degli inglesi nell’attrattività di Erasmus: diciamo a Pd, M5s e Leu di puntare sullo ius culturae dando la cittadinanza agli studenti universitari che verranno a studiare in Italia».
Renzi: sul Mes non torniamo indietro
E’ nel sottolineare le cose che non vanno, però, che Renzi affonda i colpi nei confronti di Conte e di M5s, a partire dal Mes: «Noi non torniamo indietro. A chi dice che i denari del Mes sono condizionati, diciamo che quelli del Recovery hanno condizioni più stringenti. E’ vergognoso che si stia ancora a discutere di Mes, è un tema ideologico in un paese dove le persone muoiono. I 36 miliardi dell Mes servono». Poi, Alta Velocità, laddove «nel silenzio l’unico vero attacco al governo lo ha fatto quella forza politica che non ha voluto votare il parere sulla Tav, e si chiama M5S non Iv. Non stiamo complottando noi - ha aggiunto - contro il governo ma chi dice '"no" all’Alta velocità».
"Un piano impregnato di cinquestellismo giustizialista"
E infine, sulla giustizia: «Questo piano - afferma Renzi - è impregnato di cinquestellismo giustizialista nel momento in cui si parla della prescrizione. Noi partiamo dalla cultura: no al manettarismo di seconda mano di alcuni membri di questa coalizione». Per quanto riguarda poi il dossier servizi, l’ex-premier rincara la dose sull'attuale inquilino di Palazzo Chigi: «Noi non vogliamo che si facciano scherzi su intelligence e servizi segreti e chiediamo al presidente del Consiglio che affidi la delega a una persona terza. Noi non torniamo indietro nemmeno su questo». Una discussione, insomma «non per il gusto di un chiacchiericcio politico, non stiamo scherzando. O questi soldi li spendiamo bene, o ci strangoliamo col debito pubblico. Non è una fiction, non è una telenovela, è il futuro dei nostri figli. Ci rompiamo l’osso del collo. Questo è il momento in cui ci giochiamo tutto». E in vista del negoziato, arriva un ulteriore avvertimento per Conte: «Io non ho paura di niente, sui contenuti abbiamo ragione noi».
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