Lunedì 25 Novembre 2024

Crisi di Governo, Renzi: non credo che Conte abbia i numeri. Verso un voto sul filo lana

Giuseppe Conte «non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia». Però "se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte». Lo dice Matteo Renzi in un’intervista a La Stampa. L’ex premier non è «così sicuro» che a dare voti all’esecutivo ci saranno anche fuoriusciti da Italia Viva: «Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire». Renzi sottolinea di aver posto «una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti mentre loro rispondono con una manciata di responsabili». Magari «avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l'azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile». Renzi comunque non voterà contro ma si asterrà. Tra i bersagli di Renzi nell’intervista anche il leader del Pd: «Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione - nell’agosto del 2019 - oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni». L’ex premier ribadisce di non detestare Conte: "Abbiamo fatto delle richieste, dai soldi sulla sanità fino alla riapertura delle scuole: ci possono ascoltare o tutto deve essere ridotto a rapporto personale e alla categoria simpatia/antipatia?». Renzi dice di voler aiutare «a cambiare il Paese. Se le nostre idee servono, ci siamo. Se non servono, ci dimettiamo» e «abbiamo detto no a chi voleva comprarci con qualche sottosegretariato». I fondi europei per l’ex premier dovrebbero gestirli «dei ministri capaci con i loro uffici. E per le unità speciali alcuni commissari». Un superministero per Mario Draghi, «mi sembrerebbe bellissimo ma riduttivo». Renzi tornerebbe in maggioranza «se ci fosse il Mes, se si sbloccassero i cantieri, se si aumentassero i soldi per sanità e scuola, se si accelerasse sull'alta velocità». E se a guidare il governo fosse Luigi Di Maio? «Per favore, non scherziamo"risponde. No anche a "ribaltoni e inciuci con le forze antieuropeiste e sovraniste». Renzi esclude infine lo sbocco della crisi sarà il voto: «Non esiste» commenta.

Voto di fiducia sul filo di lana

Il governo Conte alla prova delle Camere, con un voto sul filo di lana. Lunedì a Montecitorio e martedì a palazzo Madama, Giuseppe Conte si presenterà per chiedere la fiducia sulle sue comunicazioni, dopo il ritiro del sostegno da parte di Matteo Renzi e Italia Viva. Quello che si apre sarà dunque un week end di trattative serrate, alla ricerca dei singoli 'costruttorì, con il premier e le forza di maggioranza impegnate a ricompattare e allargare la base parlamentare del governo, le forze di opposizione riunite in un vertice che dovrebbe confermare la richiesta di elezioni e Iv pronto a difendere il fortino dei suoi gruppi dai tentativi di dividerli.

Varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi

Intanto ieri sera il Consiglio dei ministri, il primo senza la delegazione delle ministre di Iv, ha varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi per alimentare il nuovo dl ristori (con nuovi aiuti e la proroga della Cig), il rinvio al 31 gennaio della consegna delle cartelle esattoriali e il rinvio di un mese della digital tax. Conte, sempre ieri, dopo un colloquio con Sergio Mattarella ha chiesto di andare a riferire alle Camere per chiedere la fiducia sulle sue comunicazioni, un passaggio formale per parlamentarizzare la crisi politica aperta da Renzi. Con lui compatti M5s, Pd e Leu, che hanno attaccato duramente il leader di Iv e hanno lanciato un appello «alla luce del sole» ai responsabili perchè sostengano il governo.

"Caccia aperta" a deputati e senatori

Ora è dunque "caccia aperta" a deputati e senatori che finora non hanno votato la fiducia per ottenere il loro sì, mentre si moltiplicano le lusinghe anche ai parlamentari di Iv perchè non seguano Renzi sulla strada dell’opposizione a Conte. Il leader di Iv non recede dalle sue posizioni: «Magari avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l’azzardo». Poi lancia un aut aut: «Non mi pare che abbia i numeri. Se li avrà, auguri. E’ la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte».

Appello ai "responsabili", si pensa a un gruppo parlamentare autonomo

Il ricorso ai responsabili per proseguire l’esperienza del governo Conte non convince però del tutto alcuni esponenti dem e grillini e nella riunione dei gruppi M5s ieri otto deputati e cinque senatori avrebbero posto il tema di un cambio di passo anche all’interno del Movimento. La soluzione a cui il premier sta lavorando sarebbe quella, se incassasse la fiducia, di dar vita a un gruppo parlamentare autonomo.

Salvini: tirare a campare non è un bene per l’Italia

Il centrodestra si riunisce nuovamente stamane dopo aver chiesto ieri al Capo dello Stato che si proceda con tempi rapidi e si vada al voto. Matteo Salvini è chiaro: «Che Conte giochi il tutto e per tutto pur di tirare a campare non è un bene per l’Italia». Poi spiega: «ho i brividi pensando alle offerte da suk che saranno fatte a questo e a quello», «credo che sarebbe stata una vergogna prima del Covid, ma un governo minestrone in piena epidemia è ancora più assurdo».  

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