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La fiducia di ieri alla Camera, anche il messinese Lo Monte tra i "volenterosi"

Oggi la prova del Senato, quella più dura. Obiettivo superare quota 155. Ieri è stata la volta della Camera dove il Governo Conte ha incassato la fiducia con 321 sì, ottenendo quindi la maggioranza assoluta, fissata a 315 (superata dunque per 6 voti). Il "soccorso" è arrivato dagli ex M5s del gruppo Misto non iscritti ad alcuna componente. In aiuto del governo c'è anche il sì della deputata di Forza Italia Renata Polverini, che annuncia l’addio al partito, e il voto favorevole della renziana Rostan (ma non è una sorpresa, lo aveva già annunciato). In tutto, i voti extra maggioranza, sono 10: 8 dal misto con gli ex M5s, 1 Forza Italia, 1 Italia viva. Italia viva, che si è astenuta (in 27), "perde" 3 voti: Vito De Filippo tornato nel Pd, Portas che non ha partecipato al voto, e Rostan che ha votato a favore.

Nello specifico, la maggioranza, orfana dei renziani, poteva contare alla Camera sulla carta su 12 voti di Leu (presenti al 100 per 100, scorrendo i tabulati della votazione); 188 di M5s (il gruppo conta 191 deputati, ma il presidente Fico non vota e 2 gli assenti giustificati per malattia); 93 Pd (presenti al 100 per 100 alla votazione), quindi 293 voti a favore. A questi si aggiungono i 4 delle Minoranze linguistiche, i 3 del Maie, gli 11 deputati di Centro democratico di Tabacci, per un totale di 311 voti favorevoli e già previsti. Si sono quindi aggiunti i voti favorevoli dei deputati ex M5s del Misto: Benedetti, Aiello, Aprile, Fioramonti, De Giorgi - che già in altre occasioni aveva votato a favore del governo - e a questi Ermellino, Trano e il messinese Carmelo Lo Monte portando i sì a quota 319. A questi come detto va aggiunto il sì di Polverini e il sì della renziana Rostan, per un totale di 321 voti favorevoli.

Il messinese Carmelo Lo Monte, 64 anni, di Graniti, è infatti da tempo al misto dopo aver lasciato la Lega, partito con cui era stato eletto. Sindaco di Graniti nei primi anni Novanta Lo Monte fa il grande balzo alla Regione con l'elezione a deputato del 1996 con il partito popolare. Nomade della politica. Ha iniziato la sua carriera alla Regione, da deputato, poi assessore (tre volte, due col centrosinistra, una col centrodestra) e anche vicepresidente della Regione per poi approdare alla Camera. Il tutto cambiando un numero sterminato di partiti, da destra a sinistra e viceversa:  Democrazia Cristiana, PPI, Democrazia Europea, Udc, Mpa, Centro Democratico, Partito Socialista Italiano, per poi finire con la Lega con Matteo Salvini. Ora il Misto.

 

 

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