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Lorenzo Cesa: "Sono sereno, pronto a mettermi a disposizione"

Binetti e Saccone questa mattina al Senato

Lorenzo Cesa

«Da una prima lettura sommaria degli atti a me notificati dalla Procura, prendo atto del mio coinvolgimento in una limitata vicenda, contigua all'indagine ben piu' ampia che ha interessato oltre 40 persone, sarebbe cristallizzata ad una partecipazione ad un pranzo di lavoro organizzato a Roma da Franco Talarico, nel 2017, unitamente ai suoi commensali di cui non ricordo neanche il nome. Ritengo mio dovere rendermi disponibile ad una eventuale richiesta di chiarimento da parte degli inquirenti. Ripongo piena fiducia nell'operato della Magistratura, e sono sereno di fronte alle evidenze documentali». Così in una nota Lorenzo Cesa.

L'Udc calabrese: "Certi che il segretario Cesa dimostrerà la sua totale estraneità ai fatti"

"Confido, insieme a tutto il partito dell'Udc Calabria, nell'attivita' della Magistratura che certamente chiarira' ogni aspetto della vicenda giudiziaria che vede coinvolto anche il segretario nazionale Lorenzo Cesa: sono certo dimostrera' la sua totale estraneita' ai fatti. Sono turbato e mi auguro, altresi', che il segretario regionale del partito Franco Talarico possa provare di essere estraneo alle accuse che gli sono state addebitate". Lo afferma, in una nota, Giuseppe Graziano, vicesegretario vicario regionale Udc Calabria.

Le possibili ricadute sulla crisi di Governo

«Conte deve metterci la faccia, deve guidare lui questo processo, altrimenti abbiamo scherzato e faremo finta di niente. Non può cavarsela con un rimpasto...». Chi ha in mano il 'dossier' sui "volenterosi" non nasconde che il lavoro di allargamento della maggioranza non è una strada in discesa. Alla Camera la prossima settimana i "contiani" proveranno a costruire un gruppo per poi provocare un cambio di numeri nelle Commissioni, ma i fari sono puntati soprattutto al Senato.

E il voto di mercoledì sulla relazione dello stato di giustizia fa paura ai rosso-gialli. Con i lavori fermi nelle Aule chi gira oggi tra Montecitorio e palazzo Madama lo fa per portare avanti le trattative. Al Senato sono stati visti gli esponenti Udc Saccone e Binetti, alla Camera "avvistati" Tabacci e l’ex M5s De Falco. «Alla fine si riuscirà a fare qualcosa in extremis», dice quest’ultimo.

Ma sui lavori in corso è piombata l’inchiesta che ha coinvolto il leader Udc, Lorenzo Cesa. Alla Camera come al Senato fioccano le interpretazioni sulle possibili conseguenze dell’operazione anti 'ndrangheta. E’ vero che, riferisce chi conosce il mondo centrista, è soprattutto De Poli a voler restare ancorato al centrodestra, ma - osserva la stessa fonte - è evidente come il 'blitz' che ha provocato il primo scossone con le dimissioni di Cesa dalla segreteria del partito, «rischia di "liberare" gli altri due senatori, Binetti e Saccone», di far sì che siano questi ultimi il "volto spendibile" dell’Udc.

«Chi ha condanne sulle spalle e indagini per reati gravi, perché Cesa non è certo indagato per diffamazione, non può essere un interlocutore». Lo dice, interpellato al telefono, l’esponente M5S Alessandro Di Battista commentando indagini della Dda di Catanzaro che vede coinvolto il segretario dimissionario dell’Udc Lorenzo Cesa.

 

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