Ultimo giorno di consultazioni al Quirinale, ma una soluzione a breve della crisi di governo resta lontana. Nel pomeriggio le delegazioni del centrodestra prima e del Movimento Cinque Stelle subito dopo, chiuderanno il giro di incontri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che avrà il compito di cercare una sintesi e di tracciare il percorso. Ma la via d’uscita non sembra dietro l’angolo.
Da Matteo Renzi lo "stop" al Conte ter
Matteo Renzi ieri ha stoppato, almeno per il momento, le aspirazioni del presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte a restare a palazzo Chigi e ha chiesto agli ex alleati di Pd e M5S un chiarimento politico per verificare se c'è ancora una maggioranza. Dem e pentastellati, sostiene l’ex premier, devono prima chiedere l’impegno di Italia viva e solo allora si potrà discutere di contenuti e di nomi. Dunque, è la posizione di Renzi, non va dato un nuovo mandato al premier dimissionario ma un incarico esplorativo a un altro nome.
Mandato esplorativo a Roberto Fico?
L’ipotesi che circola è quella del presidente della Camaera, Roberto Fico. I Democratici restano sulla linea del Conte ter, ripete il segretario Nicola Zingaretti dopo l’incontro con Mattarella e il vicesegretario Andrea Orlando aggiunge: «Per riprendere Renzi in maggioranza bisogna capire se pone un veto su Conte o no. Ma se con Renzi i numeri della maggioranza restano risicati, si continuerà a ballare e per questo vogliamo un allargamento della maggioranza». Per il numero due del Nazareno «l'ultima parola naturalmente spetta a Mattarella ma ci sono più scenari e si rischia di rotolare ad elezioni».
M5s conferma l'appoggio a Conte
Dai 5 stelle, che saliranno oggi al Colle per ultimi, si conferma l’appoggio a Conte, ed è quello del premier dimissionario il nome che la delegazione M5S metterà sul tavolo del Capo dello Stato nel pomeriggio. Tuttavia le perplessità all’interno del Movimento emergono di ora in ora e diversi parlamentari si chiedono se una chiusura al ritorno di Renzi in maggioranza sia una posizione ancora politicamente sostenibile.
Il centrodestra si divide
Anche nel centrodestra le posizioni non sono univoche: la coalizione andrà da Mattarella in delegazione unitaria, allargata anche ai centristi, ma le distanze sull'esito della crisi restano. «Se c'è un governo che governa, bene», dice Matteo Salvini, «se non c'è un governo in democrazia si ridà la parola ai cittadini». Ma a Fratelli d’Italia non piace l’apertura del leader leghista a discutere di scenari "post Conte". La presidente di FdI, Giorgia Meloni assicura che la richiesta unitaria dell’opposizione al Capo dello stato sarà quella di sciogliere le Camere e andare al voto, ma anche FI guarda a un esecutivo di 'salvezza nazionalè prima di cedere alla tentazione delle urne: «Noi siamo per dar vita a un governo ampiamente rappresentativo del Paese. Vedremo se Pd e M5s intendano dar vita a un governo come questo. Se non sono disponibili è inevitabile andare a elezioni», dice Antonio Tajani. I leader del centrodestra si riuniranno in un vertice di 'chiarimentò prima di andare a colloquio con il capo dello Stato.
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