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Governo politico o istituzionale: sul documento non c'è ancora accordo. Iv alza il tiro

Parte a Montecitorio il cantiere sul programma, tappa necessaria lungo la strada per arrivare al Conte ter. Roberto Fico convoca un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei gruppi che ha consultato negli ultimi giorni.

Parte il tavolo sul programma promosso dal presidente della Camera Roberto Fico. Seduti attorno a un enorme tavolo rettangolare nella Sala della Lupa di Montecitorio per garantire la distanza di sicurezza anti Covid, i capigruppo e "tecnici" scelti da ogni partito, in tutto circa una quindicina, dovranno cercare di raggiungere una sintesi sui vari temi che dovranno poi costituire la base di quel patto scritto richiesto da Matteo Renzi, o cronoprogramma firmato «solennemente e pubblicamente» come ha invece scandito Vito Crimi, o ancora il patto di fine legislatura voluto da Nicola Zingaretti. L’impresa non è semplice e lo stesso "esploratore" Fico ne è consapevole.

Tanto più perché il leader di Italia viva continua a giocare la partita a carte coperte, senza sciogliere il nodo sul nome del premier, nome che per M5s e Pd non può che essere quello di Giuseppe Conte. Intanto, impazza il totonomi dei ministri della possibile nuova squadra di governo, sempre che alla fine i cocci della maggioranza uscente si riescano a ricomporre. E per i renziani - così come per le altre forze politiche - il tema delle "caselle" non è certo secondario. Non è un caso se il leader di Iv torna ad alzare la posta: «Alla fine di questa settimana avremo, spero, il nuovo governo. Dovrà essere all’altezza delle sfide di questo periodo. E dovrà essere un governo di persone capaci e meritevoli», scrive nella enews. Renzi insiste sui contenuti: il programma del nuovo governo «va deciso adesso», e rivendica: «Se non ci fosse stata Italia viva questa discussione non l’avrebbe fatta nessuno». Quindi snocciola i temi centrali e, leggendo le sue parole, sembrano chiare le caselle nel mirino: E’ «giusto o no prendere i soldi europei per la sanità? Cambiare le politiche attive per il lavoro? Continuare con questa struttura del commissario Arcuri? Avere una politica giustizialista? Discutere per bene del Recovery plan? E’ giusto o no riaprire le scuole? Potrei continuare a lungo», conclude Renzi, sottolineando: «Il nodo è tutto qui. Queste cose vanno decise adesso».

Non c'è accordo, secondo quanto si apprende, su quello che dovrà essere l'esito finale del tavolo sul programma convocato dal presidente della Camera Roberto Fico. I renziani, viene riferito, questa mattina avrebbero insistito perché si arrivi ad un "documento scritto" in cui i punti chiave "vengano messi nero su bianco", come chiesto anche da Matteo Renzi dopo l'incontro con l'esploratore Fico. Secondo le altre forze, però, la stesura di un programma completo spetterebbe piuttosto al presidente incaricato e nel caso specifico a Giuseppe Conte, se si raggiungesse un accordo intorno al suo nome. "A Fico spetta capire se ci sono le condizioni programmatiche e numeriche per formare un nuovo Governo, il presidente della Camera non ha richiesto alcun documento scritto e noi ne prendiamo atto", spiegano altri partecipanti al tavolo.
Al tavolo i gruppi stanno affrontando anche il capitolo sanità, con uno specifico focus sul Mes. Iv, secondo quanto viene riferito, si sarebbe detta disponibile a "mediare" rispetto alle posizioni iniziali, prendendo solo una parte dei 36 miliardi previsti dalla linea di credito Ue sulla sanità. Il confronto è in corso, anche con toni abbastanza accesi. Secondo altre fonti, infatti, i renziani avrebbero messo sul tavolo "l'attivazione del Mes, punto". Il tema resta difficilmente "digeribile" per il M5S.

 

 

 

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