"La cosiddetta operazione Draghi costituisce il fallimento della formula politica del centrosinistra in Italia". Così, in una intervista al Tempo, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, secondo cui "il governo Draghi è nato per portare al voto". "E' la conferma dell’incapacità di forze politiche cosiddette popolari, ovvero il Movimento Cinquestelle e il Partito Democratico, di stare assieme e di determinare una guida stabile e sicura per la nazione - spiega -. Se non si parte da questo presupposto, riesce difficile poter comprendere il tentativo estremo del capo dello Stato di invocare un governo di emergenza nazionale. Di conseguenza, se Draghi dovesse riuscire nell’impresa - e credo che oramai ci sia una grandissima maggioranza a suo sostegno - non si potrà parlare di governo politico, nel rispetto della geografia dei partiti. Sarà un governo di emergenza che obbedisce alle particolari condizioni di straordinarietà. E da quello che registriamo, fatta eccezione per Fratelli d’Italia - posizione che merita ugualmente assoluto rispetto - tutte le altre forze politiche hanno dato ampia disponibilità al presidente incaricato Draghi".
"La condizione politica in Italia e complessivamente il sistema dei partiti - sottolinea Musumeci -, finita la esperienza Draghi, dovrà fare una seria riflessione sulla propria capacità di continuare a rappresentare gli interessi degli italiani. Abbiamo la conferma di come il governo Conte non abbia mai avuto una solida stabilità. E’ bastato il 'capricciò di Renzi su due-tre temi per poter far saltare in aria tutto". "Un governo di emergenza - aggiunge il governatore - è destinato a durare poco. Nasce per lavorare su obiettivi essenziali e poi deve cedere la parola agli elettori. Quindi, è normale che si possa andare alle urne dopo che questo governo avrà guidato la Nazione fuori dal tunnel, come peraltro richiesto dal Capo dello Stato. Di certo, oggi guardiamo con ottimismo e speranza alla nascita di questa nuova e inedita formula di governo".
"Spero che il professor Draghi - auspica Musumeci - possa essere la persona giusta per affrontare il dualismo nord-sud e l’insoluto eterno tema della Questione Meridionale. Draghi sa che il 'sistema Italià in Europa e nel mondo può avere credibilità solo se si supera la disuguaglianza economica e sociale che oggi più che mai divide profondamente il Paese. Il Sud ha bisogno innanzitutto di infrastrutture, non solo materiali, sociali, culturali, certamente strategiche. E il Recovery fund è un’occasione quasi unica". In merito al centrodestra, poi commenta: "Mi auguro che la scomposizione del centrodestra di oggi possa non comprometterne la ricomposizione domani. E’ capitato che la coalizione si dividesse per poi tornare a parlare un linguaggio unitario. Mi sarei augurato che tutte e tre le forze del centrodestra avessero operato la stessa scelta. Ma siccome la coalizione vince soltanto se è unita, sono certo che,superata la fase di emergenza, si tornerà a dar vita ad un centrodestra unito e capace di saper offrire un’alternativa alla guida dell’Italia".
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