Numero due della Lega e braccio destro di Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti è considerato il 'mediatorè che ha favorito la svolta del leader della Lega alla virata europeista, ma ritenuto da mesi uno strenuo sostenitore di un eventuale governo Draghi. Il suo endorsement è arrivato forte e chiaro all’indomani dell’incarico dato all’ex presidente della Bce dal Capo dello Stato: «Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina», ha detto Giorgetti dopo la segreteria della Lega. Approda al Ministero dello Sviluppo economico al posto di Stefano Patuanelli segnando la sua seconda volta al Governo. La prima esperienza è stata sempre in una posizione forte, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri nel Conte I, un ruolo chiave nel quale ha gestito tutti i più importanti dossier dopo che si era distinto anche allora come uomo in grado di mediare tra le diverse forze politiche, uno dei protagonisti della trattativa per la costituzione dell’esecutivo giallo-verde. Già uomo macchina della Lega Nord di Umberto Bossi, Giorgetti è stato segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, nonché capogruppo per la Lega Nord alla Camera nella XVII legislatura dal 2013 al 2014 e nella XVIII. Nato a Cazzago Brabbia (Varese) il 16 dicembre 1966, si è diplomato perito aziendale e laureato alla Bocconi, diventando commercialista e revisore contabile. Ma è l’attività politica, targata Lega Nord, a coinvolgerlo già prima dei 30 anni. Entra in Parlamento nel 1996 e non vi esce più, ricoprendo il ruolo di presidente della commissione Bilancio della Camera dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2013. Di fatto è nella Lega tra gli uomini che conoscono meglio i conti pubblici e l’economia. Schivo, riflessivo, pontiere nato, Giorgetti si occupa da decenni dei rapporti della Lega con gli altri partiti ma ne è anche un pò l’ambasciatore presso le più alte istituzioni e le sedi diplomatiche stranieri, facendo da contraltare, in questi ultimi anni, al ben più impulsivo Salvini. Nel 2013, tra l’altro, viene nominato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano membro del Gruppo dei Saggi. Diversi i provvedimenti in cui c'è stata la sua impronta, dalla legge 40 sulla procreazione assistita alla manovra economica varata nella convulsa estate del 2011. Uomo forte che porta avanti le proprie convinzioni, nel settembre 2020 ha deciso di votare convintamente 'nò al referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari, contrariamente alla linea del partito. Spesso interpellato sulle voci di dissidi e contrasti con Salvini, Giorgetti ha sempre smentito qualunque disaccordo. Tra i due c'è una «perfetta e totale sintonia» garantita alla vigilia dell’arrivo di Draghi anche dallo stesso Salvini.