Un curriculum denso quello di Patrizio Bianchi, neo ministro all’Istruzione, un curriculum in cui l’indubbio spessore accademico incrocia anche l’impegno amministrativo. Bianchi è stato assessore a scuola, università e lavoro della Regione Emilia-Romagna e di recente ha guidato la task force di esperti, voluta dalla ministra dell’Istruzione uscente Lucia Azzolina, per pianificare tempi e modi della ripartenza delle scuole durante la pandemia da coronavirus.
Nato a Copparo (Ferrara), 68 anni, Bianchi è sposato con Laura Tabarini e ha due figli, Lorenzo e Antonio. È professore ordinario di economia applicata all’Università di Ferrara e titolare della cattedra Unesco 'Educazione, crescita e uguaglianzà. Si è laureato all’Università di Bologna con Romano Prodi, a cui è legato da un’amicizia di lunga data, e ha seguito un percorso di specializzazione alla London School of Economics and Political Sciences in Economia e politica industriale. Ha insegnato negli atenei di Trento, Udine e Bologna, dove è tornato come ordinario di politica economica nel 1991. Nel 1998 ha fondato la Facoltà di Economia dell’Università di Ferrara, è stato rettore dell’ateneo della città estense fino al 2010 e ha guidato la Fondazione della Conferenza dei rettori delle università italiane. Per due mandati ha ricoperto l’incarico di assessore della Regione Emilia-Romagna a scuola, università e lavoro gestendo anche la ripartenza delle attività didattiche dopo il terremoto del 2012, coordinando il Patto per il lavoro per lo sviluppo della Regione e dirigendo le attività per la progettazione e l'attivazione del Tecnopolo di Bologna, sede del centro dell’Agenzia europea per le previsioni meteo e del Centro europeo di supercalcolo scientifico. Dal gennaio 2020 è direttore scientifico della Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano. Durante il suo impegno politico Bianchi ha sempre lavorato per una scuola che guarda al lavoro e aperta all’apporto delle nuove tecnologie. Due assi portanti che potrebbero essere la chiave di volta per il progetto educativo che superi la crisi Covid e rafforzi il ruolo centrale della scuola anche per lo sviluppo del paese.
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