Venerdì 22 Novembre 2024

Chi è Patrizio Bianchi, nuovo ministro all'istruzione

Patrizio Bianchi ministro dell'istruzione

Un curriculum denso quello di Patrizio Bianchi, neo ministro all’Istruzione, un curriculum in cui l’indubbio spessore accademico incrocia anche l’impegno amministrativo. Bianchi è stato assessore a scuola, università e lavoro della Regione Emilia-Romagna e di recente ha guidato la task force di esperti, voluta dalla ministra dell’Istruzione uscente Lucia Azzolina, per pianificare tempi e modi della ripartenza delle scuole durante la pandemia da coronavirus. Nato a Copparo (Ferrara), 68 anni, Bianchi è sposato con Laura Tabarini e ha due figli, Lorenzo e Antonio. È professore ordinario di economia applicata all’Università di Ferrara e titolare della cattedra Unesco 'Educazione, crescita e uguaglianzà. Si è laureato all’Università di Bologna con Romano Prodi, a cui è legato da un’amicizia di lunga data, e ha seguito un percorso di specializzazione alla London School of Economics and Political Sciences in Economia e politica industriale. Ha insegnato negli atenei di Trento, Udine e Bologna, dove è tornato come ordinario di politica economica nel 1991. Nel 1998 ha fondato la Facoltà di Economia dell’Università di Ferrara, è stato rettore dell’ateneo della città estense fino al 2010 e ha guidato la Fondazione della Conferenza dei rettori delle università italiane. Per due mandati ha ricoperto l’incarico di assessore della Regione Emilia-Romagna a scuola, università e lavoro gestendo anche la ripartenza delle attività didattiche dopo il terremoto del 2012, coordinando il Patto per il lavoro per lo sviluppo della Regione e dirigendo le attività per la progettazione e l'attivazione del Tecnopolo di Bologna, sede del centro dell’Agenzia europea per le previsioni meteo e del Centro europeo di supercalcolo scientifico. Dal gennaio 2020 è direttore scientifico della Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano. Durante il suo impegno politico Bianchi ha sempre lavorato per una scuola che guarda al lavoro e aperta all’apporto delle nuove tecnologie. Due assi portanti che potrebbero essere la chiave di volta per il progetto educativo che superi la crisi Covid e rafforzi il ruolo centrale della scuola anche per lo sviluppo del paese.

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