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Nasce il M5S di Conte: "Di Battista? Ci confronteremo, voglio coinvolgerlo"

Giuseppe Conte guarda con ottimismo alla prossima sfida in cui si lancerà per la guida del Movimento, su cui, assicura, «c'è molto entusiasmo e chi pensa che sia spaccato sarà sorpreso». «Ci saranno organi collegiali nuovi ma non ricadremo nelle tradizionali forme di partito: saranno luoghi di confronto anche per la linea politica" annuncia in tv il prossimo leader del Movimento che in questo ruolo si prepara anche a fare una proposta agli altri capi di partito: «una riforma costituzionale che possa rafforzare il nostro sistema».

Ma è sull'organizzazione del nuovo partito che già si iniziano a creare le prime frizioni. La futura "segreteria" Conte non è stata ancora tratteggiata ma già nei 5 Stelle è iniziata la «corsa» a farne parte. Le prime indiscrezioni sugli esponenti che potrebbero essere chiamati ad entrare hanno fatto infuriare gli eletti che ora chiedono sia garantita una votazione degli iscritti. A farsi portavoce dell’istanza è l’europarlamentare del Movimento Dino Giarrusso: la sua non solo è una auto-candidatura ma la precisazione di un metodo. «Dobbiamo legittimare tutta la nuova struttura del Movimento tramite la base, se qualcuno pensa di farlo dall’alto, sappia che poi gli elettori se ne vanno», dice citando anche le indiscrezioni che parlano di un possibile ingresso di Alessandra Todde, imprenditrice e viceministro allo Sviluppo economico, candidata dal M5s come europarlamentare ma non eletta.

E’ bravissima, dice di lei Giarrusso che tuttavia sottolinea: «Io però nel mio collegio ho preso 30 mila voti in più di lei. Mi auguro che Conte ne prenda atto». Le ambizioni di Giarrusso sono fondate: chi ricorda la prima uscita di Conte con gli eletti, ricorda pure che fu sua intenzione evitare di privilegiare i soli parlamentari chiamando anche i rappresentanti dei territori e di Bruxelles. Lo schema che Conte dovrebbe seguire per gli incarichi nel "partito" dovrebbero quindi rispecchiare questa sua direzione. Dare insomma spazio ai territori, negli organismi che verranno creati. E dunque, i posti per i parlamentari non saranno tanti. Senza contare le possibili «quote» che potrebbero essere utilizzate per mantenere nel Movimento le esperienze degli eletti che hanno già espletato i due mandati. E un certo equilibrio nel rispetto delle «correnti», ormai proliferate a dispetto dei voleri di Conte. Il nervosismo tra i parlamentari è quindi già alle stelle: «Se si vota sono tutti contenti. Se non si vota, almeno una parte della segreteria, scoppia il finimondo» racconta un deputato che ha raccolto le ansie di quanti si fanno portavoce delle istanze dei territori che li hanno eletti. In questa guerra sottotraccia iniziano pure a girare i primi nomi di possibili candidati. «Se ci saranno possibilità e condizioni non farò mancare il mio contributo, come tantissimi attivisti.

A oggi non c'è niente» commenta la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che terminerà il suo mandato ad ottobre e il cui nome è spesso circolato per un ruolo in segreteria. Ma tra i parlamentari già si fanno le prime ipotesi: si scommette che ci sarà una larga quota di donne e c'è chi parla quindi dell 'ex ministra Lucia Azzolina, della viceministra Laura Castelli, di Paola Taverna, che ha ottenuto un posto alla Conferenza sul futuro dell’Europa, financo di Virginia Raggi. Poi stando agli apprezzamenti espressi dallo stesso Conte, si ipotizza un possibile ruolo per Luigi Di Maio e del reggente Vito Crimi. Voci circolano anche sull'ex ministro Vincenzo Spadafora e ci si interroga su chi potrebbe andare a rappresentare l’area più ortodossa. Sempre che Conte non riesca nel suo intento: convincere alla fine anche Alessandro Di Battista.

«Sarà un Movimento molto rinnovato ma non perderemo la vena ecologica. Merito di Beppe Grillo e della sua visione», spiega l’ex premier che, su Alessandro Di Battista sottolinea: «è partito per la Colombia, quando ritornerà ragioneremo insieme. Se penso di poterlo coinvolgere? Assolutamente sì».

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