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Ddl Zan, cosa prevede il disegno di legge contro l'omofobia - ECCO IL TESTO INTEGRALE

Cos'è e cosa prevede il ddl Zan e quali sono i punti controversi del disegno di legge?  La proposta di legge contro l’omotransfobia (Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità) è appesa a un filo sottilissimo, i numeri di Palazzo Madama infatti sono tutt’altro che certi, così come i tempi in cui verrà esaminato il testo.

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E’ il day after per il ddl Zan. Il giorno in cui sono alle spalle le grandi speranze di arrivare ad un ok definitivo in tempi brevi e ormai si guarda a settembre come prossimo traguardo. Resta lo scontro politico duro. Soprattutto tra Pd ed Italoia Viva L’invocato passaggio in Aula non è stato liscio come Pd, M5s e Leu avevano immaginato quando lo hanno chiesto a gran voce durante i lavori in commissione Giustizia. Il provvedimento arrivato al vaglio dell’Assemblea ha evitato per una manciata di voti di cadere per le pregiudiziali e per solo voto, grazie al salvataggio in extremis del senatore del gruppo Misto Ciampolillo, ha scampato la richiesta di sospensiva che lo avrebbe rimandato in commissione. Il leader del Pd Enrico Letta commenta: «Quando andremo a settembre in aula discuteremo come sempre abbiamo detto, con la convinzione del fatto che questo è il testo migliore» e assicura: «ascolteremo tutti».

Il ddl Zan intanto è scomparso dal calendario dell’Aula di palazzo Madama e nessuno ha protestato. Complice un calendario troppo fitto prima della pausa estiva, se ne riparlerà in autunno. Prospettiva che permette di schivare , per ora, non solo gli oltre mille emendamenti presentati ma anche la prova del «non passaggio agli articoli» che Lega e FdI sono pronti a chiedere non appena si darà voce ai quindici senatori ancora iscritti a parlare e terminerà la discussione generale. Proseguono però le tensioni politiche, in particolare sull'asse Iv-Pd. I renziani attaccano Monica Cirinnà e lo stesso segretario Letta, e dal Nazareno commentano: «Di bassa lega gli attacchi ad personam a Cirinnà, un tiro al bersaglio che non fa onore alla storia personale e politica della senatrice. La sua posizione è la posizione del Pd che è unito nella difesa di una legge di civiltà. L’unico vero ripensamento è quello di Iv. La tela di Penelope dei renziani: disfanno al Senato ciò che generosamente hanno contribuito a scrivere e a emendare alla Camera».

Le parole fanno riferimento all’ennesima scaramuccia tra Davide Faraone e Monica Cirinnà. Il presidente dei senatori Iv ricorda alla dem che «le liste di proscrizione venivano fatte dal regime fascista, campione di discriminazioni». Si tratta della risposta a una frase della dem rilasciata al Tg1: «Abbiamo i nomi e i cognomi di chi vuole modificare questa legge e di chi fa occhiolino a Orban». Più che notizia è vecchia ruggine che si è andata consolidando nei giorni scorsi quando Cirinnà riprende in Aula e posta sui social Faraone che batte le mani a Salvini. Il giorno dopo il senatore renziano chiede addirittura alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati,di intervenire e sanzionare il comportamento fuori dalle regole. Insomma il Pd si sente tradito da Iv, non gradisce lo strappo fatto dai senatori renziani che sulle prime avevano appoggiato il testo Zan, poi hanno appoggiato l’idea di una mediazione, infine hanno anche presentato 4 emendamenti. «I loro emendamenti stravolgono l'impianto del testo, non lo migliorano», lamenta Franco Mirabelli del Pd che aggiunge «Agli amici di IV, in attesa di sapere perché abbiano cambiato idea, consiglierei di evitare di alzare inutili polemiche».

I pochi commenti di oggi sullo Zan suggeriscono tuttavia di pensare a una mediazione. Lo afferma il presidente della Camera Roberto Fico che auspica «un accordo tra le forze politiche» e invita l’Ue a stigmatizzare le leggi ungheresi. «A un passo da traguardo» è la percezione di Matteo Renz,i convinto che ora «è il Pd a dire di no, perché rinvia una decisione possibile con la riformulazione dell’emendamento all’articolo 1 sull'identità di genere». A sperare in una «mediazione più alta possibile per approvarlo» è il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Gli fa eco il senatore di base riformista Andrea Marcucci: «Ci sono ancora tutte le condizioni, per approvare il ddl Zan prima della pausa estiva. Facciamo uno sforzo di responsabilità e diamo vita a una legge contro l’omotransfobia.

 

 

I punti controversi

Il ddl Zan, ovvero il provvedimento contro l’omofobia, ha incassato il primo via libera della Camera il 4 novembre del 2020. Da allora è "impantanatO" al Senato, dove il centrodestra di governo, assieme a FdI, chiedono di modificarne l’impianto, mentre Pd, M5s e Leu insistono affinchè venga approvato entro l’estate senza alcuna modifica.
Questi i punti cardine del provvedimento:

- OMOFOBIA E’ REATO PENALE: il ddl modifica la cosiddetta Legge Mancino ("Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa") e, quindi, l’articolo 604 bis del codice penale, aggiungendo tra i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, punibili con la detenzione, anche gli atti di violenza o incitamento alla violenza e alla discriminazione «fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità».

- PUNITE ANCHE DISCRIMINAZIONI CONTRO DISABILI: inserita durante l’esame in Aula a Montecitorio, la modifica al testo aggiunge ai reati di discriminazione anche quelli commessi contro i disabili.

- FINO A 6 ANNI DI CARCERE: il reato di omofobia è punito, come gli altri reati di discriminazione, in base all’articolo 604 bis del codice penale, con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sulla disabilità; è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sulla disabilità. Inoltre, la legge modifica anche l’articolo 604 ter del codice penale, relativo alle circostanze aggravanti, aggiungendo anche l’omofobia e la disabilità tra i reati la cui pena è aumentata fino alla metà (quindi si può arrivare fino a 6 anni di reclusione). La legge modifica anche l’articolo 90 quater del codice di procedura penale, relativo alle condizioni di particolare vulnerabilità: le vittime di un reato di discriminazione godono di particolari tutele e protezioni durante il processo.

- 17 MAGGIO GIORNATA NAZIONALE CONTRO L’OMOFOBIA: viene istituita, il 17 maggio, la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonchè di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione.

- INIZIATIVE IN TUTTE LE SCUOLE: è uno dei punti più controversi del testo, contro cui si batte il centrodestra e che anche i renziani vorrebbero modificare. Sono previste, in occasione della Giornata nazionale, iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado, quindi anche nelle classi delle elementari.

- DEFINIZIONI e IDENTITA' DI GENERE: è un altro punto molto contestato dal centrodestra. Anche Italia viva chiede di sopprimere l’articolo in cui si parla di identità di genere. Inserito durante l’esame in Aula della Camera, l’articolo specifica le varie definizioni contenute nel testo della legge. Per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sè in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione. -

- CLAUSOLA 'SALVA IDEE': è una modifica al testo fatta durante l’esame in Aula alla Camera. In sostanza, viene garantito e tutelato il pluralismo delle idee e la libertà delle scelte. Si tratta di una norma inserita dopo una mediazione all’interno della maggioranza e anche per rispondere alle molte critiche sollevate non solo dalle opposizioni ma anche da una ampia sfera del mondo cattolico. Il testo recita: «Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purchè non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». Anche in questo caso c.destra e Iv ne chiedono lo stralcio.

- NASCONO I CENTRI ANTIDISCRIMINAZIONI: si dispone lo stanziamento di 4 milioni aggiuntivi all’anno per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e per il sostegno delle vittime. Inoltre, viene istituito un programma per la realizzazione, in tutto il territorio nazionale, di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. I centri garantiscono adeguata assistenza legale, sanitaria, psicologica, di mediazione sociale e ove necessario adeguate condizioni di alloggio e di vitto alle vittime.

 

Il voto alla Camera e i numeri al Senato

Il ddl Zan contro l’omofobia ha incassato il primo via libera di Montecitorio lo scorso 4 novembre, durante il governo Conte II sostenuto dai giallorossi, una maggioranza composta da M5s, Pd, Iv e Leu. Il voto finale alla Camera è avvenuto a scrutinio segreto, chiesto da Fratelli d’Italia. I voti favorevoli sono stati 265, i contrari 193, 1 astenuto.

- COME HANNO VOTATO I PARTITI ALLA CAMERA: hanno votato a favore Pd, M5s, Iv e Leu, mentre Forza Italia, FdI e Lega hanno votato contro, ma 5 deputati azzurri, in dissenso dal gruppo, hanno detto sì alla legge (Perego, Polverini, Bartolozzi, Vito e Prestigiacomo). Poco prima del voto i deputati leghisti e di FdI hanno messo in atto una protesta in Aula, al grido di «libertà, libertà» e indossando sul volto alcuni bvagli, contro quella che definiscono «una legge che mette il bavaglio alla libertà di pensiero».

- I NUMERI AL SENATO: i voti favorevoli al testo del ddl Zan così com'è, senza modifiche, si attestano su una forbice che oscilla tra i 130 e i 145 sì. Numeri che da soli, senza i renziani, sarebbero insufficienti a "blindare" il testo. Sulla carta, e salvo defezioni a favore o contro, i voti a sostegno della legge sono dei 75 senatori M5s, 38 del Pd, un paio delle Autonomie, i 6 senatori di Leu, inoltre si calcolano circa una decina dal gruppo Misto. I voti contrari, nel caso non si apportassero modifiche al testo, sono così composti: 51 senatori di Forza Italia (ma alcuni azzurri potrebbero votare a favore come accaduto già alla Camera), 20 FdI, 64 Lega, 7 Idea, a cui andrebbero aggiunti altri voti dal Misto, per un totale che si aggira da un minimo di 145 voti contrari fino a toccare anche 155-158 no. Determinanti dunque, sia per l’eventuale approvazione definitiva del ddl Zan che per la sua bocciatura, i voti dei 17 senatori di Italia viva. Il partito di Renzi alla Camera ha votato a favore, ma al Senato chiede modifiche al testo, spingendo per una intesa con le forze di centrodestra che sostengono il governo.

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