Il percorso sarà graduale, ma si tornerà al sistema ordinario delle pensioni disegnato dalla legge Fornero. Mario Draghi lo ribadisce al tavolo con i sindacati convocato a Palazzo Chigi, a quarantotto ore dal varo della manovra, attesa in Consiglio dei ministri giovedì. E’ una doccia fredda, per Cgil, Cisl e Uil che chiedevano una riforma complessiva delle pensioni. I toni si inaspriscono soprattutto quando, dopo poco meno di due ore il premier, «per un altro impegno», lascia il tavolo e affida il confronto ai suoi ministri. E non bastano le rassicurazioni sul percorso graduale di uscita da Quota 100 e neanche l’annuncio della proroga di un anno di Opzione donna e dell’Ape social, con estensione ad altre categorie di lavori gravosi. I sindacati vedono «luci e ombre», ma sentenziano che l’incontro non è andato bene: non c'è accordo sulle pensioni ma anche sugli ammortizzatori sociali e sul taglio delle tasse, che temono sbilanciato in favore delle imprese. Dopo il varo della legge di bilancio, valuteranno le modalità di una «mobilitazione».
Non c'è ancora la quadra sulla manovra di Draghi
I rapporti sono tesi con i sindacati e il braccio di ferro prosegue anche nella maggioranza. Si tratta sul meccanismo che sostituirà Quota 100, ma i partiti litigano pure su come usare gli 8 miliardi a disposizione per il taglio delle tasse: sarà deciso nel corso dell’iter in Parlamento della legge di bilancio. Quanto ai sindacati, all’uscita da Palazzo Chigi, dopo tre ore di confronto prima con Draghi, poi con i ministri Franco, Orlando e Brunetta, le parole sono assai dure. Luigi Sbarra della Cisl parla di «grandi insufficienze e squilibri, per effetto del mancato dialogo con le parti sociali": le misure sono «largamente insufficienti sia per le pensioni, che per gli ammortizzatori sociali e per la non autosufficienza», aggiunge. Non bastano «soli» 600 milioni, sottolineano Pierpaolo Bombardieri della Uil e Maurizio Landini della Cgil: «non è una riforma degna di questo nome».
Quindi, sciopero generale?
«Se giovedì il governo confermerà questa impostazione valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione», risponde Landini. Ma i saldi della manovra, già indicati a Bruxelles con il Dpb, non possono - afferma il governo - cambiare. Anche se il ministro Renato Brunetta, che dopo l’uscita di Draghi prova a fare il mediatore in una riunione in cui - raccontano - i toni si fanno via via più accesi, spiega che porterà al premier la valutazione di alcuni aspetti concreti, non escludendo neanche nuovi incontri. Il ministro ai segretari confederali porta una proposta di nuove risorse per la Pa. Quanto alla fase transitoria dopo Quota 100, il governo continua a proporre un meccanismo graduale.
La Lega propone una mega-uscita a 63 o 64 anni nel solo 2022
La Lega propone una mega-uscita a 63 o 64 anni nel solo 2022, per rinviare un intervento più complessivo al prossimo governo. Ma sarebbe una misura «elettoralistica», viene obiettato. Serve un meccanismo graduale, a partire dalla proposta di Quota 102 e Quota 104, secondo il ministro dell’Economia. Allora si faccia «quota 41», rilancia Matteo Salvini, che propone al governo di fissare l’età minima di 62 anni, con 41 di contributi. Le prossime ore serviranno a definire un’intesa in maggioranza. Intanto il Pd incassa l’allargamento dell’Ape social ai gravosi e la proroga di Opzione donna, chiesta da tutti i partiti. Servirebbe fare di più «per i giovani», chiede Antonio Misiani, con una rivalutazioni delle pensioni col contributivo al minimo.
Dall’Ecobonus per gli alberghi all’80% alle misure per gli studenti universitari
Draghi dovrebbe convocare il Consiglio dei ministri sulla legge di bilancio per giovedì e un’altra riunione oggi per approvare il nuovo decreto Recovery, per accelerare l’attuazione con alcune norme e raggiungere una serie di "target": la bozza di 42 articoli va dall’Ecobonus per gli alberghi all’80% alle misure per implementare borse di studio e alloggi per gli studenti universitari, con anche un «fondo per la Repubblica digitale», la spinta alla rigenerazione urbana da parte dei Comuni, la revisione della normativa antimafia per mantenere i controlli ma evitare che si blocchino i cantieri. Sulla manovra Draghi potrebbe nelle prossime ore riunire la cabina di regia e rivedere il leader della Lega Matteo Salvini, ma anche incontrare il leader M5s Giuseppe Conte, che ha sentito di recente ma non incontra da tempo, per parlare delle misure care ai pentastellati, dal Reddito di cittadinanza, su cui c'è un’intesa per la proroga con alcune modifiche, al cashback, che sembra destinato a saltare.
Subito gli 8 miliardi per il taglio delle tasse
Sul taglio delle tasse si stanzieranno subito gli 8 miliardi previsti, aggiungendo 6 miliardi al fondo che già oggi ha a disposizione 2 miliardi per il calo della pressione fiscale, ma solo in un secondo momento si deciderà come spenderli. Draghi e Franco vorrebbero destinare la quasi totalità delle risorse a tagliare il cuneo fiscale per i lavoratori. Ed è questa anche la posizione del Pd di Enrico Letta. Ma il centrodestra e il mondo imprenditoriale chiedono di agire anche lato aziende. Circola l'ipotesi che due terzi vadano ai lavoratori, un terzo alle imprese, attraverso un intervento sull'Irap «o una riduzione dei contributi sociali».
Altro nodo, i bonus edilizi
«E' fondamentale la continuità», dice Enrico Letta, annunciando «battaglia». Nel pomeriggio Dario Franceschini, che ideò l’incentivo al 90% per le facciate, incontra il ministro Daniele Franco e il sottosegretario Roberto Garofoli: alla fine nulla trapela ma il bonus, che sembrava destinato a saltare, potrebbe rientrare con modifiche, ad esempio una percentuale ridotta all’80% o 70%. Quanto al Superbonus, caro al M5s e sostenuto da tutta la maggioranza, dovrebbe arrivare una proroga anche per le villette oltre che per i condomini, ma con un limite di reddito: si ipotizzavano 25mila euro di Isee ma la soglia sarebbe troppo bassa secondo i partiti e si starebbe ragionando sui 40mila euro.
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