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Letta abbraccia Calenda: Pd e Azione vinceranno nel 2023, governeremo insieme

Enrico Letta e Carlo Calenda

Partito Democratico e Azione insieme vinceranno nel 2023 e insieme governeranno. Enrico Letta si dice certo che l’esito del dialogo fra le due forze poltiiche sarà questo, nonostante Carlo Calenda sia tornato oggi a ribadire il "no" a qualsiasi ipotesi di alleanza con i Cinque Stelle, fin qui interlocutori privilegiati dei dem. Il campo al quale guarda il segretario dem è quello «largo» che vede l’alleanza di centrosinistra mettere insieme le forze che vanno dai liberali a Leu, ma la strada per arrivarvi rimane assai stretta.

Prima di salire sul palco dell’Eur per il primo congresso di Azione, Calenda ha ribadito i paletti del suo partito per le alleanze future: «Il M5S ha inquinato la politica italiana. Dicendo che uno vale uno hanno distrutto industria 4.0, il tapIo quelle cose non me le dimentico perchè un partito che non ha valori oggi può stare in una coalizione e domani in un’altra, non è un interlocutore perchè rappresenta un disvalore per l’Italia».

Nessun dialogo con M5s e Fratelli d'Italia

Una volta sul palco, poi, l’ex ministro è tornato con più forza sull'argomento: «Noi siamo per il dialogo, ma non accettiamo il confronto con Fratelli d’Italia e il Movimento 5 stelle. Perchè il dialogo si fa a partire da valori comuni. E mi dispiace che nel corso degli interventi ho sentito dire: abbiamo stessi valori, ma alle elezioni andiamo divisi». Il lavoro di cucitura fra Azione e Pd parte, tuttavia, dalla base di una stima reciproca fra i due leader e da un 'tappetò valoriale comune. «Enrico Letta è un amico, una persona che stimo. Bisogna parlarci, ma saremo indipendenti», dice il leader di Azione.

E Letta ricambia dal palco: «Si sente una energia in questa sala che mi fa venire i brividi. Una energia che fa sì che la politica non sia quella cosa sporca e brutta che spesso viene raccontata. Una buona energia in un paese che ha bisogno di buona energia e buona politica». Oltre agli attestati di stima, c'è però dell’altro ad avvicinare i dem ad Azione: il sostegno convinto al governo Draghi, come piattaforma per il lavoro nei prossimi mesi. «Abbiamo un impegno di governo fondamentale, questo impegno dobbiamo portarlo avanti. A nome del Pd, dobbiamo senza nessuna ambiguità, ora e nei prossimi mesi, portare avanti per il bene del Paese l’azione riformatrice del governo Draghi. Dobbiamo farlo senza nessuna ambiguità. Sarà questo uno dei motivi, ne sono sicuro, grazie al quale noi ci ritroveremo insieme e avremo uno sguardo comune sul futuro, innanzitutto sull'Europa».

La comune spinta europeista secondo importante punto d’incontro

Proprio la comune spinta europeista rappresenta il secondo importante punto d’incontro fra le due forze politiche. «Gli interlocutori di Azione sono quelli che si riconoscono nella necessità per l’Italia di essere in Europa e nella grande tradizione liberale e democratica», spiega Calenda per il quale non sarà possibile costruire «l'Europa con Polonia e Ungheria e, prima o poi, bisogna mandarli fuori dall’Europa e continuare con i grandi Paesi fondatori». Ma la cifra di quanto Pd e Azione siano vicini è l’applauso lungo e sentito che ha accompagnato il nome di David Sassoli pronunciato dal palco. Da qui l’ottimismo di Letta sul percorso che si apre: «Sono sicuro che insieme faremo grandi cose per il futuro del nostro Paese. Sono sicuro che insieme vinceremo le elezioni politiche del 2023 e insieme daremo un governo riformista, democratico ed europeista al nostro Paese».

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