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“Davide” Zelensky e l’Ucraina trionfano, Putin “Golia” accetta la bandiera della Pace

E' il 10 ottobre 2022. Alcuni mesi dopo la guerra, la Russia è una regione della sterminata Ucraina. Kiev capitale di un territorio vastissimo e megalopoli al cospetto della quale Mosca sembra un paese. Zelensky, “Davide”  ha avuto la meglio su Putin, “Golia”, in quella che sembrava un’aggressione senza scampo. Adesso, però, il Cremino a cui è stata tolta volontariamente la “elle” avanza una pretesa. E il Mondo intero rabbrividisce dinanzi all’ipotesi di una nuova escalation di violenza. Vladimir chiede con forza a Volodymyr - nel frattempo riconosciuto come l’uomo più potente della Terra - la bandiera bianca sistemata tra le mani di Berehinya, la statua del monumento dell’indipendenza che domina la piazza centrale di Kiev. A questa istanza se ne aggiunge un’altra: modificare la cromia dell’arcobaleno. Tra i sette colori dello spettro sono inclusi il giallo e il blu della bandiera ucraina, quella russa, invece, non è completamente rappresentata: manca il bianco. Zelensky si consulta con gli Usa e con l’Unione europea. Al termine di febbrili quanto frenetiche trattative, si giunge a una conclusione condivisa. Putin riceverà un gonfalone della Pace: “It has the same colours of the rainbow”, esclama l’attempato Biden. Il buon Draghi mette però i puntini sulle “i”: “Mister Putin, osservi le quattro lettere, sono proprio bianche come lei desidera”. Il presidente russo accetta. E promette: “Diventerà presto il vessillo ufficiale della mia Nazione”.

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