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La sentenza che vieta l'aborto in Usa, Letta: "Decisione grave". Salvini, "Decida la donna"

La decisione della Corte Suprema americana, che con 6 voti a 3 ha revocato il diritto all’aborto sancito nel 1973 con la sentenza 'Roe v. Wade', ha portato il Paese ad un passo dal cortocircuito. Ventisei Stati aspettavano il disco verde della Corte per dare il via ufficialmente al giro di vite, tredici sono in grado di farlo da subito, dichiarando illegale l’aborto. Tra questi Louisiana, Alabama, Kentucky e South Dakota. Altri lo faranno nelle prossime settimane. Migliaia di donne saranno costrette a lunghi viaggi per andare in un altro Stato e sottoporsi a intervento. Ci saranno spaccature tra comunità, quartieri, famiglie, ma anche in modo verticale tra le grandi compagnie e le piccole.

Le reazioni della politica italiana

Fico, da Corte Usa sconcertante passo indietro

«Negare il diritto di scelta per le donne è una ferita per tutta la comunità. La decisione della Corte suprema americana è un triste e sconcertante passo indietro, che cancella anni di battaglie. I diritti vanno tutelati ogni giorno». Lo scrive il presidente della Camera.

Meloni, vaneggia chi pensa a FdI per l'abolizione della 194

«A chi usa anche la sentenza della corte americana in tema di aborto per attaccare Fratelli d’Italia vaneggiando di proposte di abolizione della legge 194 corre l’obbligo di segnalare alcune questioni abbastanza banali: USA e Italia hanno ordinamenti giuridici profondamente diversi e che non possono essere paragonati». Lo sottolinea la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, contattata telefonicamente dall’ANSA. «Negli USA si discute da decenni della sentenza Roe vs Wade ed è un dibattito - osserva Meloni - che non può essere traslato in altri ordinamenti. Parliamo di una repubblica federale con 50 stati diversi e con legislazioni differenti. Da quello che abbiamo appreso la decisione della Corte suprema americana dice che la Costituzione Usa non riconosce un diritto all’aborto e per questo rimette ai singoli Stati americani e ai loro parlamenti il compito di regolamentare l’aborto. Saranno i rappresentanti eletti dal popolo, come dice la sentenza della Corte, a decidere. È un quadro lontano anni luce da quello italiano, nel quale l’interruzione di gravidanza è consentita non in forza di una sentenza ma di una legge votata dal Parlamento. E che consente l’ivg a determinate condizioni ed entro un numero di settimane. Scenario molto diverso da quello Usa, nel quale si discute addirittura di aborto al nono mese o a nascita parziale».

Salvini, l'ultima parola spetta alla donna

«Io personalmente sono per la difesa della vita dall’inizio alla fine. Quando si parla di aborto l’ultima parola spetta alla donna, non ad altri». Lo ha detto il segretario della Lega, a margine del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo, commentando la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Letta, errore grave che da noi non avrà effetti

La decisione della Corte suprema degli Stati Uniti sull'aborto è "un errore grave" ma è «una scelta americana che non ha nessun effetto in Europa e non avrà nessuna conseguenza in Italia». Così commenta il segretario del Pd, arrivando al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo. La sentenza, prosegue Letta, è «figlia di una svolta ideologica della Corte. La Corte è stata cambiata profondamente da Trump che ha immesso tre giudici con un furore ideologico che si è visto dal fatto che contemporaneamente ha deciso di dire no alle donne e sì alle armi: francamente una scelta sconcertante che non aveva nessuna motivazione e che riporterà tensioni fortissime negli Stati Uniti».

Bonino, i diritti vanno difesi

«I diritti non sono scritti nelle tavole della legge, se non li curi e non li difendi ogni giorno ti svegli una bella mattina e non li hai più. La sentenza della Corte Suprema Usa fa fare agli Stati Uniti un balzo indietro di 50 anni. Ed è figlia di varie ideologie: un mix di visioni oscurantiste e reazionarie che tolgono alle donne la libertà di scelta. Anche in Italia la nostra legge è già bombardata: basti pensare ad esempio agli obiettori di coscienza o alla legge Pillon. Dobbiamo difendere il diritto all’aborto in Italia». Lo afferma in un'intervista la leader di +Europa.

 

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