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Lo strappo di Salvini: "Alle urne fra 240 giorni e vince il centrodestra. Votiamo solo quello che serve all’Italia"

"Si vota fra 240 giorni, non cambia la legge elettorale e vince il centrodestra a guida Lega": a sera il segretario del Carroccio Matteo Salvini chiude la festa del partito di Adro, nel Bresciano e alza la posta. «In questi 240 giorni però dovremo dare battaglia» su temi come la legge Fornero, che non deve tornare in vigore. «E da domani in avanti noi voteremo solo e soltanto quello che serve all’Italia e agli italiani, il resto lo lasciamo votare a Pd e M5S. Se questo coincide col governo bene, se no è un problema del governo, mica un problema mio».

Non c'è insomma c'è solo l’elenco dei nove punti consegnati da Conte a Draghi lunedì scorso: sul tavolo del premier è in arrivo una lista di richieste anche da parte di Matteo Salvini, per ora formulate solo verbalmente. Ma la tensione non verrà innalzata solo contro il governo: nella settimana che si apre la Lega si prepara a un rinnovato contrasto ai temi cari alla sinistra, a partire da ius scholae a cannabis, anche con iniziative plateali nell’aula della Camera. Nella Lega c'è chi osserva che la strategia di Salvini - alzare i toni con il governo e con Pd-M5s - serve sia per non lasciare il campo mediatico al solo Conte sia per tacitare alcuni malumori interni dopo i risultati sotto le aspettative alle amministrative, con il sorpasso di Fdi in molte realtà.

«Il governo Draghi rischia se non fa le cose. Il governo va avanti - osservato in una intervista al Quotidiano nazionale - se riesce a soddisfare le aspettative per cui è nato. E certamente non è nato per la droga libera o per dare la cittadinanza facile agli immigrati».

Temi, questi ultimi, che non sono nell’agenda di governo, ma che i giallorossi hanno portato in Aula alla Camera dopo averli approvati in Commissione. Anche oggi, prendendo spunto dalla «sardina» Mattia Santori (che si è autodenunciato - in stile pannelliano - "coltivatore" di tre piantine di cannabis), una schiera di leghisti ha attaccato il Pd sulla «droga libera».

In realtà la proposta in discussione in Aula depenalizza solo la coltivazione fino a quattro piantine di cannabis per uso personale, ma non è questo il punto; il tema droghe è uno di quelli classici che contrappongono destra e sinistra, e cavalcarlo significa rimarcare che pur stando al governo insieme, Lega e Pd non hanno nulla da spartire, soprattutto con l’avvicinarsi delle urne del 2023. I vertici della Lega stanno dunque studiando oltre agli emendamenti, anche eventuali iniziative plateali da tenere nell’emiciclo di Montecitorio. E un atteggiamento muscolare sarà tenuto anche sullo ius scholae, anch’esso in Aula questa settimana.

Per quanto riguarda la lista per Draghi, Salvini tiene alta l'asticella: «Ci aspettiamo un supporto specifico per famiglie e imprese con una rinnovata pace fiscale. Rottamazione, stralcio, rateazione: discutiamo insieme lo strumento migliore», inoltre "entro fine anno dobbiamo superare la sciagurata legge Fornero con Quota 41, poi avanti tutta con l’equo compenso per i liberi professionisti, e con l’autonomia regionale, per la quale manca solo il via libera di Draghi». Misure che richiedono risorse non indifferenti. Parlando delle dinamiche interne Salvini afferma che «non esiste una Lega di governo e una Lega barricadera» ma che semmai «nel partito c'è una crescente insofferenza per i comportamenti della sinistra al governo e per alcuni ritardi dell’esecutivo».

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