Venerdì 22 Novembre 2024

Dieci miliardi per il “decreto Luglio” e poi la manovra... nel bel mezzo della crisi

La tensione nella maggioranza scoppia in un momento più che mai complesso per l’economia italiana. La lista delle questioni da dirimere, che lasciano intravedere pesanti nubi all’orizzonte per la crescita e la tenuta stessa del sistema, è lunga: innanzitutto c’è il problema, enorme, dell’approvvigionamento del gas alternativo alla Russia, ma bisogna fare i conti anche con il caro materie prime, l’aumento dei tassi di interesse sul debito e poi, soprattutto, con l’inflazione e con il suo impatto non solo sui consumi, e quindi sul Pil, ma anche sui redditi, in Italia già particolarmente bassi. L’esecutivo sta ancora provando a dare una risposta con il prossimo “decreto Luglio”, un intervento urgente per anticipare alcuni dei provvedimenti strutturali da inserire successivamente nella manovra di bilancio. Il lavoro tecnico sembra infatti andare ancora avanti, nonostante il caso aperto dal Movimento 5 Stelle e le difficoltà a tenere insieme la compagine di governo. La base di partenza è la dote da 8,5 miliardi che emerge dal disegno di legge di assestamento del bilancio approvato a fine giugno e presentato alle Camere. Il buon andamento delle entrate fiscali, comprese quelle dell’Iva, cresciute di pari passo con i prezzi, permette di avere uno spazio di bilancio non indifferente che, con qualche spinta in più, potrebbe arrivare fino a 10 miliardi di euro. «Una cifra plausibile» secondo la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, in grado di riempire di contenuti il decreto «corposo» annunciato da Palazzo Chigi. Per la rappresentante del Mef, il provvedimento non è a rischio e le ipotesi allo studio sono molte, ancora tutte aperte. C’è per esempio l’eventualità di riproporre il bonus da 200 euro che verrà versato nelle buste paga di questo mese a oltre 30 milioni di italiani. Una misura che da sola, nella versione del decreto Aiuti, vale 6,8 miliardi e che, per quanto «un po’ approssimativa», come l’ha definita Guerra, può fare la differenza nel pagamento delle bollette di luce e gas per chi ha un salario o una pensione bassa. Non è escluso peraltro che già a luglio possa vedersi un piccolo anticipo del taglio del cuneo fiscale «lato contributi», in vista del più ampio e strutturale intervento atteso in manovra e per cui le risorse potrebbero essere consistenti: la cifra di 5-6 miliardi costituisce infatti, secondo la sottosegretaria, «il minimo». C’è poi la riduzione, se non l’azzeramento, delle aliquote Iva sui beni di largo consumo, dai farmaci agli alimentari. La viceministra Laura Castelli, va anche un po’ oltre, proponendo di anticipare la riforma dell’Iva prevista nel 2023. Su alcuni settori - ha spiegato - si può intervenire subito, velocemente, «in modo selettivo, sfruttando anche una parte dell’extragettito». Per esempio sui beni per l’infanzia, «anche in una logica di sostegno alla famiglie ed alla natalità», ma anche sulle bollette, prendendo ad esempio la riduzione al 5% dell’Iva sul gas già inserita nei vari decreti contri i rincari energetici. Per altri sarà invece necessaria «una maggiore programmazione, passando dalla legge di bilancio».

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