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Le condizioni della Lega: discontinuità nella maggioranza e nel governo

E’ stato lo stesso presidente del Consiglio Draghi a dire che senza i Cinque stelle non ci sarebbe un governo, ci aspettiamo che il premier dia seguito a quanto prospettato: è questa la posizione emersa nel vertice della Lega di questa mattina alla presenza di Salvini, dei ministri e degli esponenti dell’esecutivo.
Il partito di via Bellerio torna a chiedere una discontinuità al presidente del Consiglio. Discontinuità non solo nei componenti della maggioranza, con la convinzione che anche i ministri M5s dovrebbero nel caso dimettersi, ma anche nel governo. Se i Cinque stelle non ci sono più è un esecutivo a traino centrodestra e non possiamo accettare ministri come Lamorgese e Speranza, il ragionamento emerso nel vertice tra Salvini e i vertici della Lega.
Dunque sì ad una eventuale richiesta di un voto di fiducia, a patto che ci siano dei cambiamenti, la linea, anche se l’ala governista frena. Ma mentre Salvini discuteva con i suoi, spiegando che al centrodestra converrebbe il voto ma di voler dimostrare che la Lega è forza responsabile e ha stima nel premier, è arrivata la notizia dell’incontro tra Draghi e Letta. Da qui l’imbarazzo e lo stupore, con lo stesso Salvini che ha considerato il faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il segretario dem una sgrammaticatura politica. «Non ci ha chiamati», la tesi. Sconcerto emerso anche nel vertice a villa Grande, residenza di Berlusconi, con i leader della coalizione del centrodestra. L’incontro tra il premier e il segretario dem, spiegano fonti di governo, sarebbe stato richiesto da Letta.
La Lega si è detta disponibile a votare subito la legge di bilancio e di non chiedere comunque poltrone. Ma non c'è alcuna porta chiusa alle urne anticipate, anzi il sospetto è che Draghi abbia voluto incontrare Letta e il presidente della Repubblica Mattarella per ribadire che se non ci sono le condizioni non andrà avanti.
«Se non arrivano segnali da palazzo Chigi noi non sappiamo neanche come muoverci con una risoluzione», osserva un esponente ex lumbard. Il centrodestra di governo ha diramato una nota per far trapelare l’irritazione per l’incontro tra Draghi e Letta. E ha rimarcato di aver chiesto una verifica e di aspettarsi quindi un contatto con Draghi. «Non è possibile che non parla con noi», osserva un 'big' della Lega.
Vigilia tesa dunque a 24 ore dalle comunicazioni di Draghi alle Camere. Conte ha detto ai suoi di voler attendere le parole di Draghi prima di illustrare la posizione del Movimento 5 stelle. Di certo il sentiero è stretto, l’orientamento è quello di non cambiare strategia, anche perchè a palazzo Madama la spinta è per andare all’opposizione. Di Maio riunendo i gruppi di 'Insieme per il futurò ha sottolineato che il giurista pugliese ha già deciso mentre i componenti del direttivo della Camera sono intenzionato a dire sì al voto di fiducia, sempre se dovesse esserci. «Conte è il responsabile della crisi», ha rimarcato il responsabile della Farnesina. «La palla è in mano a Draghi», sostengono i contiani. Intanto Letta ha riunito il coordinamento politico del Pd per ribadire il sostegno a Draghi. In serata ci sarà l’incontro con i parlamentari. Mentre il centrodestra soffia sul fuoco: «In difficoltà sarà proprio il partito democratico», il ragionamento.

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