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M5s, tetto mandati e proporzionale: i paletti di Grillo. Per Renzi "Serve un polo del buonsenso"

Beppe Grillo

«I nostri due mandati sono la nostra luce. Magari tra 15 giorni siamo morti, ma sono la luce nella tenebra, l’antibiotico, il senso di un 'servizio civile'». Beppe Grillo rompe ufficialmente il silenzio e si schiera per la linea dura.

Nessun accenno ai vertici M5s, almeno nel video che arriva via Blog e social. Il Garante M5s avoca a sé, almeno per oggi, il compito di dare la linea e richiamare tutti ai valori fondanti della sua 'discesa in campo'. Anzi, una citazione personale - in positivo, perchè l’altra, quella per Luigi Di Maio è volta a ironizzare su chi ha lasciato il Movimento - in effetti c'è, ma ha un significato altrettanto evocativo.
Si parla di limite dei mandati elettivi, e Grillo tiene a ricordare che «io e Casaleggio - è lui, l’altro cofondatore ad avere l’onore della citazione - quando abbiamo fatto le regole non le abbiamo fatte per metterci noi in gioco, per avere dei titoli, degli incarichi, l’esperienza, tre quattro, cinque mandati e allora andiamo avanti... Ma le abbiamo fatte - incalza - perchè ci vuole un’interpretazione della politica in un altro modo».

Grillo, "Gigino fa politica per lavoro, è 'cartelletta'"

«Ci vuole una nuova interpretazione della politica e vi dico la verità: tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento, queste sparizioni sono provocate da questa legge (dei due mandati, ndr) che è innaturale, che è contro l’animo umano. C'è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una «cartelletta». Gigino «a cartelletta» ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. Ed ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero». Così Beppe Grillo sul suo blog.

«Se dobbiamo morire - è il senso identitario del videomessaggio - non vorrei morire come una cartelletta ma nel senso di dire che noi siamo questi, questa dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L’Italia si merita una legge dei due mandati, che vieti i cambi di casacca, una legge elettorale proporzionale con lo sbarramento, la sfiducia costruttiva».
«Non siamo riusciti a farlo - ragiona Grillo - e mi sento colpevole anche io, però... però abbiamo di fronte qualcosa di straordinario». Perchè, avverte ancora, «se perdiamo questo modo di interpretazione della politica abbiamo perso il baricentro dove possiamo collocarci».

Renzi, "serve un polo del buonsenso"

In vista delle prossime elezioni serve «un Polo del buonsenso», secondo il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che è critico sulla scelta del segretario del Partito democratico Enrico Letta di chiudere sul 'campo largo'. «Hanno già deciso di perdere e si attrezzano per fare opposizione - afferma l’ex premier in un’intervista alla Stampa -. Se questo è il disegno, Letta rischia di essere il segretario di un partito che lascia per la prima volta la maggioranza assoluta alla più estrema destra del panorama europeo». «Non capisco la scelta dem», aggiunge Renzi. «Magari prendono il 25%, ma lasciano alla Meloni e a Salvini la possibilità di cambiare la Costituzione da soli. Se davvero fosse così, auguri». Il polo definito da Renzi, invece, «contribuirebbe a portare ad una coalizione più vasta», precisa. Far cadere il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato un «autogol», afferma l’ex premier. «Stavamo giocando una partita decisiva, da campioni d’Europa in carica». E «Draghi non è un brand», dice a chi lo tira per la giacchetta. «Draghi è un premier che ha sostituito il populista grillino solo grazie al coraggio lungimirante e forse un po' folle di Italia Viva», aggiunge Renzi.

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