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Elezioni: La Russa, "Fango su di noi". Renzi pronto a correre da solo, con Calenda intesa su Draghi

Ignazio La Russa definisce «solo fango» l’articolo del New York Times che, parlando di Fratelli d’Italia, etichettava come "evento sismico" l’ipotesi che «un partito di estrema destra arrivi alla guida di una grande economia dell’Eurozona».

«Io scorgo interessati suggerimenti di ambienti e think tank italiani di sinistra ancorati alla speranza che un antifascismo strumentale e pronto all’uso possa salvarli», ribadisce. Parlando della leadership e delle divisioni sul candidato premier precisa: "Questa domanda tradisce un racconto della sinistra - sottolinea - che ci vuole a tutti i costi divisi, e invece saremo comunque d’accordo sulle regole, il candidato sarà chi prende più voti, lo ha riconfermato anche Salvini. Non abbiamo un problema adesso, sceglieranno gli italiani». E aggiunge. «Meloni non pretende di essere designata oggi leader del centrodestra, poi prenderemo atto del responso delle urne». E rispondendo alla domanda sugli attriti per i posti in lista precisa: «Non ci siamo ancora seduti per parlarne. Arriveremo ad una sintesi, la regola è quella della media dei migliori sondaggi. Noi siamo circa al 50% della coalizione, ma ci sono comunque margini di flessibilità: c'è il ruolo dei partiti minori, il ruolo dei collegi chiave, di nuovo c'è che avremo veramente poco tempo per farlo e quindi le conflittualità dovranno essere ridotte per forza al minimo».

Renzi, "Pronti a correre da soli. Il veto di Letta sarebbe astio"

«Pronti ad andare da soli, il veto di Letta sarebbe astio». Così Matteo Renzi in un’intervista al Corriere della Sera. «Se c'è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. Dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini, Orlando qualcuno mettete su di noi? Per cosa? Forse perchè siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creando il mito di 'fortissimo riferimento progressista'? Se invece il veto legato all’astio di Letta per le vicende del 2014 non possiamo farci niente: per noi conta la politica, non i rancori personali». Enrico Letta è il candidato premier migliore? «Letta è segretario del Pd, decida lui. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere le elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini. Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra, ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile».
«Tutte le mie scelte dei prossimi mesi - osserva il leader di Iv - saranno ispirate da questo obiettivo: un nuovo governo Draghi, non un governo Meloni-Salvini». E’ pronto a correre da solo? «Sì. E al momento questa è l’ipotesi più probabile. E anche quella che trovo più affascinante. Se prevale l’intelligenza politica e si costruisce una coalizione vera, ci siamo. Ma se ciascuno vuole tenere le sue bandierine e pensa di poterci abbindolare con due seggi o tenerci fuori con un veto, beh, non ci conoscono». Perchè non trova un’intesa con Calenda, incompatibilità caratteriale? «L'incompatibilità caratteriale non c'entra nulla: bisogna salvare il Paese, non fare le vacanze insieme. Sui contenuti non siamo lontani ma adesso dipende da lui. Noi in questi mesi non abbiamo mai fatto polemiche con Azione non inizieremo certo adesso».

Calenda, possibile alleanza elettorale su agenda Draghi

«Su una base comune di valori e programmi, riassumibili nell’agenda Draghi, è possibile costruire con il Pd un’alleanza elettorale di un fronte largo per battere le destre. E, se vinciamo, indichiamo Draghi premier. Ma vanno chiarite prima alcune cose». Così Carlo Calenda in un’intervista a 'La Stampa' apre alla possibilità di un’alleanza di centro sinistra fatta da varie sigle, compresa Azione, unite nella lotta con i candidati comuni nei collegi nei collegi uninominali. «Ho visto negli ultimi giorni che il Pd ha fatto una scelta netta sui Cinque stelle - osserva il leader di Azione -. Ma, attenzione, patti chiari. A Letta chiederò una cosa precisa. Ci vuole rispetto reciproco nella differenza: dovrebbe essere un polo europeista e democratico con un’area liberal e una socialdemocratica. Non un listone unico. Letta deve domandare a tutti i suoi compagni di strada se sono d’accordo con l’agenda Draghi. Se uno dice no all’invio di armi all’Ucraina e un altro dice che non vuole il rigassificatore, di che parliamo? Che offerta politica sarebbe? Molto confusa e con poco appeal».
«Fratoinanni - ricorda Calenda - ha dichiarato che l’agenda Conte è meglio di quella Draghi. E uno che dice così, dentro un’alleanza che propugna l’agenda Draghi che ci sta fare? Non sono veti, ma la necessità di chiarezza». «Se c'è una base valoriale si fa un’alleanza, se no ognuno se ne va per la sua strada. Comunque si parla di alleanza elettorale e non politica - conclude -. Spero ci siano gli estremi per riportare Draghi al governo del Paese, quello è l’approdo che indicheremo noi».

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