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Nuovi sospetti di ingerenze russe per far cadere il governo Draghi

Enrico Letta e Matteo Salvini

Nuovi sospetti di ingerenze russe per far cadere il governo Draghi. Ad alimentarli una ricostruzione pubblicata dalla "Stampa" in cui, citando presunti «documenti di intelligence», si sostiene che, tra il 27 e il 28 maggio, vi sarebbero stati contatti tra il consigliere di Matteo Salvini per i rapporti internazionali, Antonio Capuano, e Oleg Kostyukov, «importante funzionario dell’ambasciata russa» in Italia. Il diplomatico, tra le altre cose, avrebbe chiesto a Capuano «se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo».

Il documento però non trova conferme nei servizi italiani. «Le indiscrezioni apparse sul quotidiano La Stampa, in merito all’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli apparsi nei mesi scorsi», scandisce il sottosegretario Franco Gabrielli. Parole che fanno dire ai capigruppo della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, che «il governo è caduto per la scelta del Movimento 5 stelle e non per fantomatici motivi privi di qualsiasi fondamento. Ringraziamo il sottosegretario Gabrielli che con le sue parole ha messo a tacere l’odio, gli insulti e le falsità di Letta, Di Maio e di tutta la sinistra che in mancanza di argomenti concreti si aggrappa a squallide fake news».

Una lettura che non convince il Partito Democratico: «Non è certo il governo che deve smentire questioni di merito che investono la Lega e direttamente il suo leader», spiegano dal Nazareno. «Nessuno ha ancora smentito i legami di Salvini con Mosca denunciati oggi da 'La Stampà. Gli italiani hanno il diritto di sapere se dietro la caduta di Draghi ci sia l’ombra di Putin. Salvini, anzichè buttare la palla in corner, chiarisca la vera natura dei rapporti, suoi personali e del partito, con Mosca. E', con tutta evidenza, una questione di sicurezza della Repubblica», concludono dal quartier generale dem.

Dal canto suo, il segretario della Lega Matteo Salvini respinge di prima mattina le riscostruzioni come «fesserie». «Io ho lavorato e lavoro per la pace, per fermare la guerra. Figurati se vado a parlare di ministri. Sono le solite fantasie su Putin, sul fascismo, nazismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma», si difende. «La politica internazionale prescinde dai governi», noi siamo europeisti e atlantisti ma questo «non significa non voler buoni rapporti con Putin», aggiunge poi. «La guerra finirà prima o poi e chi ha sbagliato pagherà».
Ma il centrosinistra vuole vederci chiaro e annuncia che porterà la questione all’attenzione del Copasir. Il primo a parlare è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Credo che Salvini debba spiegare le relazioni con la Russia», chiede il leader di Insieme per il futuro. «Più in generale dobbiamo stare molto attenti alle influenze russe sulla campagna elettorale».

Di Maio sembra poi voler allargare il campo dei sospetti al suo ex partito quando sottolinea che quanto emerge dalle ricostruzioni giornalistiche sui rapporti fra Lega e Russia, «fa il paio con l’endorsement del ministro russo Razov alla bozza di risoluzione presentata dal partito di Conte». Parole, quelle del ministro degli Esteri, che provocano la reazione del presidente M5s: «Io non so che corbellerie possano dire altri: il comportamento dei M5S e del sottoscritto è di chi non è andato in alcuna ambasciata russa nè avuto contatti con ministri russi. Quando parliamo di politica estera lo facciamo dentro le nostre alleanze. Nell’interesse dei cittadini italiani. Che nessuno abbia la miserabile idea di gettare un’ombra sul comportamento M5s». Di più: l’ex premier rispedisce le accuse al mittente sottolineando che a innescare la crisi è stato «chi ha voluto in una situazione assolutamente drammatica per il paese dedicarsi, anzichè alle funzioni ministeriali, a una nuova formazione politica. Questo è un elemento di destabilizzazione. E mi rivolgo a chi, ancor prima, ha pensato di inserire una norma sull'inceneritore che non c'entrava nulla nel dl aiuti». Un chiaro riferimento al Pd e allo stesso Di Maio.

Chi si attiva per portare la vicenda all’attenzione del Copasir è il Partito Democratico: «Prima cosa che mi preme dire e chiedere è che le rivelazioni uscite sulla stampa, di legami tra Salvini e la Russia, sono inquietanti e voglio dire con chiarezza che questa è una campagna che inizia nel modo sbagliato», dice il segretario dem Enrico Letta.

«Noi porteremo questa vicenda al Copasir e faremo interrogazioni parlamentari. Vogliamo capire se dietro quegli atteggiamenti della Lega ci fosse la regia di Putin. Sarebbe un fatto assolutamente grave. Chiedo formalmente al governo e a tutte le autorità di sicurezza di mettere il massimo di attenzione perchè questa campagna si svolga senza influenze della Russia», aggiunge. «Chiediamo a Meloni, candidata premier del centrodestra, se le sta bene di stare nella stessa coalizione del partito che ha tramato con la Russia». Anche Iv chiede la convocazione immediata del Copasir e una informativa urgente del governo sul caso.

«E' gravissimo che si diffondano fake news», è la replica di Salvini. «Un centrosinistra diviso che litiga su tutto. Capisco il nervosismo, ma spero che la sinistra non voglia fare tutta la campagna elettorale su sovranisti, fascisti, eccetera. Una sinistra divisa e disperata, con qualche servo sciocco in qualche redazione, passa il tempo a cercare fascisti, russi e razzisti che non ci sono - è poi il messaggio che il capo leghista manda nelle chat di partito -. Il 25 settembre finalmente si cambia».
«Enrico Letta è in grave difficoltà - sostiene invece il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani -: il governo Draghi è caduto per responsabilità del Pd e del M5s. Cercano di trovare ogni scandalo, ma noi siamo pronti ad affrontare qualsiasi cosa».

Per Meloni, tirata in ballo dai dem, risponde il vice presidente del Senato Ignazio La Russa. «Non abbiamo distanze da prendere, siamo molto uniti e non guarderò al tentativo di fango, non solo contro di noi ma contro il centrodestra, che cercheranno di fare - assicura -. Sul piano internazionale credo che la garanzia che dà Fratelli d’italia non contrasta minimamente con quella degli altri partiti ed è una posizione filo-atlantica in difesa dell’Ucraina, di sostegno alla Nato tenendo presente che non è giusto affidare solo agli americani la nostra difesa». «Ha già chiarito il sottosegretario Gabrielli con una dichiarazione che non lascia adito a dubbi- puntualizza il presidente del Copasir, Adolfo Urso, di FdI -. Il Comitato si è occupato di questa vicenda in tempi non sospetti ottenendo informazioni e rassicurazioni dall’autorità di governo e dall’intelligence. Credo che la dichiarazione di Gabrielli sia sufficiente a evitare che il Copasir sia usato per campagne elettorali. Noi siamo un’istituzione e dobbiamo garantire anche questo».

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