«Il presidenzialismo non porta nessun rischio di deriva autoritaria, anche perchè non si farà mai», assicura Carlo Calenda. «E' una grande arma di distrazione di massa», aggiunge, sempre su Twitter, il leader di Azione. «Inflazione, sanità, impresa 4.0, istruzione, implementazione infrastrutture e PNRR. Concentriamoci su ciò che conta», conclude.
"Ma quale preavviso di sfratto. Qui ormai viene distorto il significato delle parole. Si strumentalizza anche l'ovvio. Come possono verificare tutti ascoltando la mia intervista, non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. A domanda specifica ho solo detto una cosa scontata, lapalissiana, e cioè che una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che ripeto potrebbe peraltro essere eletto di nuovo. Tutto qui lo scandalo: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centrodestra. Come si possa scambiare questo per un attacco a Mattarella rimane un mistero. O, forse, si può spiegare con la malafede di chi, come Enrico Letta, mi attribuisce un’intenzione che non è mai stata la mia". Così, in un’intervista a Il Giornale, il presidente di Fi Silvio Berlusconi.
"Il Pd ha cominciato una campagna elettorale bruttissima, fatta di menzogne, una dietro l’altra. Ci accusano tra l’altro di essere responsabili della caduta del governo Draghi, ma quanto è accaduto è chiaro a tutti. Considero molto grave il linguaggio protervo e offensivo della sinistra: evidentemente si vuole una campagna elettorale fondata sulla malafede, sulla falsificazione, sulla demonizzazione dell’avversario. La cosa peggiore per il Paese. Forza Italia e il centrodestra non si presteranno mai a questo gioco e continueranno a mettere sul tavolo proposte costruttive per il futuro e il benessere degli italiani", aggiunge il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Sugli atteggiamenti degli alleati, dice: "Ognuno di noi conduce la campagna elettorale secondo il suo stile e il suo linguaggio. Non sta a me giudicare quello dei miei alleati. Posso solo dire che a me interessa parlare soprattutto di contenuti, delle cose da fare per l’Italia. Noi ne abbiamo indicate di molto importanti". Alla domanda se qualora vincesse il centrodestra immagini per lui un ruolo istituzionale o internazionale, Berlusconi chiosa: "Non ci ho pensato e, del resto, per me non ho nulla da chiedere. Dalla politica e dalla vita ho avuto tutte le soddisfazioni che potevo desiderare. Mi rimane solo il senso del dovere che mi impone di fare qualcosa per il mio Paese che amo".
Letta, però, risponde e lo fa lanciando un segnale inequivocabile alla Direzione del Pd: un corale applauso a Sergio Mattarella, nel suo ruolo di garante della Costituzione: si apre così, su richiesta di Enrico Letta, la Direzione Pd. «Un errore drammatico della destra e di Berlusconi avere chiamato in causa il Quirinale nella campagna elettorale», denuncia il segretario Pd.
"Aver voluto mettere il Quirinale nel fuoco della battaglia elettorale, è un errore drammatico della destra e di Silvio Berlusconi. Fatemi cominciare con un momento di tributo al massimo garante delle istituzioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella sua relazione alla Direzione nazionale del Pd, che ha tributato un applauso al capo dello Stato. "E' evidente fin dall’inizio di questa campagna, lo è ancora di più dopo i fatti di ieri, che siamo di fronte a una scelta storica: o si sta dalla parte della difesa della Costituzione o dalla parte dello stravolgimento della Costituzione. La nostra battaglia politica è essenziale e fondamentale", ha aggiunto: «Siamo di fronte a una scelta storica, ancora più evidente dopo i fatti di ieri. O si sta dalla parte della difesa o dello stravolgimento della nostra Costituzione».
Enrico Letta marca così il campo, in apertura della Direzione del Pd che esaminerà il programma in vista delle elezioni. Un riferimento aperto, e articolato, da parte del segretario dem ai riferimenti al presidenzialismo, e alle ipotesi di dimissioni di Sergio Mattarella dopo l’eventuale approvazione della riforma, fatto ieri da Silvio Berlusconi.
«Non io ma i suoi video internazionali dimostrano che Giorgia Meloni stessa si sente in dovere di dare rassicurazioni nel caso dovesse diventare vincere le elezioni e diventare premier». Lo afferma Luigi Di Maio a Radio Capital facendo poi riferimento alle parole di Silvio "Berlusconi sul semipresidenzialismo e il tentativo Di allontanare Mattarella dal Quirinale «: «è inquietante perchè noi dobbiamo invece in questo momento così difficile e delicato tenerci ben stretto Sergio Mattarella che è un punto equlibirato di riferimento e garanzia per tutti gli italiani e anche all’estero». E’ di per sè inquietante per tutti la prospettiva di una destra sempre più estremista all’assalto delle istituzioni che si è messa d’accordo per provare a far eleggere Silvio Berlusconi presidente del Senato portando Matteo Salvini al Viminale e Giorgia Meloni a palazzo Chigi», ha tra l’altro detto
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