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Elezioni, Spd tedesco: "Sarebbe importante non vincessero i post fascisti della Meloni"

In una missione lampo a Berlino, il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, incassa l’endorsement della Spd, il partito dei socialdemocratici (di famiglia per il Partito democratico) che attualmente governa in Germania con l’invito agli italiani a non far vincere «i post-fascisti di Meloni che porterebbero il Paese nella direzione sbagliata"; e ottiene le rassicurazioni del cancelliere, Olaf Scholz, sull'ineluttabilità di «una soluzione europea comune per risolvere la crisi energetica» che rischia «di mettere in ginocchio l’economia del Continente realizzando il disegno di Putin».

Non è chiaro quanto questa soluzione possa comprendere un tetto al prezzo del gas (l'elemento più insidioso nel confronto Roma-Berlino) ma è quanto basta per rendere Letta «molto ottimista in vista del Consiglio Ue del 30 settembre che dovrà dare delle risposte». «C'è stata ad esempio un’evidente apertura sul disaccoppiamento del costo del gas dal costo dell’elettricità», ha spiegato ai giornalisti a margine del suo incontro. Letta è arrivato alla Willy Brandt House, sede della Spd nella capitale tedesca, dove ha incontrato il cancelliere poco dopo mezzogiorno prima di partecipare alla riunione della presidenza del partito dei socialdemocratici. Il co-presidente Lars Klingbeil non si è risparmiato nelle lodi: «Mancano sei giorni per le elezioni politiche in Italia e saranno elezioni importanti per tutta l’Europa. Ti ringrazio Enrico per aver trovato il tempo di partecipare con noi alla nostra riunione. Sono grato per la tua amicizia», è stata la premessa prima di arrivare al dunque.

«Sarebbe importante che il nostro partito gemello vincesse le elezioni e non i post-fascisti di Meloni che porterebbero l’Italia sulla strada sbagliata», è l’allarme che ha lanciato. E la ragioni sono evidenti: «Meloni getta fango sulla Germania, Letta invece è per la cooperazione con la Germania, ha un altro stile ed è per la collaborazione. Sarebbe un grande vantaggio per l’Italia avere un premier come lui», ha spiegato Klingbeil che tuttavia non nasconde la preoccupazione per ciò che potrebbe riservare l’esito del voto. «Posso parlare da presidente della Spd», quindi non a nome del governo, «la preoccupazione per l’Italia c'è ma per esperienza personale vi posso dire che negli ultimi giorni della campagna elettorale possono succedere tante cose». Insomma «si vince all’ultimo miglio». Lo insegna l’ultima volata (per molti inaspettata) di Scholz contro Armin Laschet, l’uomo che doveva essere l’erede di Merkel e che fino a qualche settimana prima dell’apertura delle urne veniva dato per favorito. Da parte sua, l’ex premier italiano si è detto «determinato nella rimonta» perchè con il maggioritario «ci sono tanti seggi contendibili». «Ci siamo candidati per essere in grado di governare» risponde a chi gli chiede se sia sul tavolo l’ipotesi di una larghissima maggioranza anti-sovranisti che comprenda anche Forza Italia. «L'esito dalle urne sarà chiaro, non ci sarà bisogno di comporre maggioranze. In ogni caso non abbiamo alcuna intenzione di governare con la destra. E’ stata un’esperienza unica ed eccezionale», ha chiarito.

Letta ha scelto Berlino per ribadire, ancora una volta, il posizionamento dell’Italia secondo il Pd. «Il futuro dell’Italia è al centro dell’Europa, è con Germania, Francia, Bruxelles, è con la Spagna. Questo è il naturale ruolo dell’Italia, è inutile che si cerchi di andare verso l’Ungheria di Orban o si facciano altre scelte. Il futuro è dove si trovano scelte comuni», ha spiegato. Letta ha quindi proposto un patto Roma-Berlino per salvare l’industria manifatturiera del Continente. Perchè «se cadono Germania e Italia, che sono le più grandi industrie manifatturiere, cade l’Europa. Stati Uniti e Cina non hanno il problema dei costi dell’energia. E’ necessaria quindi una politica comune per salvare la competitività dell’industria». E ha confermato l’alleanza con i socialdemocratici anche sulla protezione del clima e dello Stato di diritto. Ovviamente ha giudicato «gravissima la scelta di Meloni e Salvini di tentare di salvare Orban» al voto del Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Ungheria. Per l’ex premier, le destre italiane portano avanti una «lega delle nazioni che va contro l’Europa». Salutata la Berlino autunnale, Letta è volato a Napoli per riprendere la campagna elettorale. Sperando di trovare calore ambientale e politico.

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