Arriveranno dopo le elezioni le forniture di gas ed elettricità a prezzi calmierati per le imprese energivore, promesse dal governo per aiutare le aziende. Ma intanto, le imprese italiane stanno investendo pesantemente sull'autoproduzione di elettricità con le fonti rinnovabili, per tagliare ancora i costi. Le energie pulite stanno decollando, e i produttori del fotovoltaico sono pieni di commesse. Tuttavia, accusano il governo di pensare solo al gas, e di avere fatto poco o niente per loro. La scorsa settimana il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, aveva annunciato a Porta a Porta il varo entro pochi giorni di due provvedimenti per aiutare le imprese sui costi dell’energia. Un decreto «Energy Release», per mettere a disposizione delle fabbriche energivore 20 terawatt di elettricità a prezzi calmierati, e un altro decreto «Gas Release», per fornire 2 miliardi di metri cubi di gas alle aziende a prezzi ridotti. La firma dei provvedimenti però è slittata.
Ai giornalisti che gli hanno chiesto quando usciranno i decreti, Cingolani ha risposto: «La settimana prossima spero, dopo le elezioni». Poi ha aggiunto che gli stoccaggi di gas sono arrivati quasi all’88%, e che ha firmato la lettera per superare il 90%. Il ministro ha smentito le voci su presunte difficoltà dell’Algeria a rifornirci: «Il gas sta arrivando, 70 milioni di metri cubi al giorno, è circa triplicato». E ha concluso ribadendo che non è disponibile a fare il ministro col prossimo governo: «Io ho finito, sto preparando il passaggio di consegne. Sarà tutto in ordine, con gli obiettivi del Pnrr siamo perfetti». In attesa del gas del governo a prezzi politici, le imprese energivore corrono ai ripari con le rinnovabili. «C'è una crescita degli investimenti sulle fonti pulite dalla parte industriale e commerciale. Le imprese investono sull'autoproduzione», ha detto a Roma a un convegno la direttrice generale di Anie, l’associazione delle imprese elettroniche ed elettrotecniche, Maria Antonietta Portaluri. Per il presidente di Italia Solare, l’associazione delle imprese del settore, Paolo Rocco Viscontini, la crisi energetica "sta portando a una diffusione degli impianti delle energie rinnovabili. Ma è sconfortante non aver sentito nessun leader di partito in campagna elettorale dire 'fate un impianto per risparmiare. Dall’inizio della crisi, non ci sono stati provvedimenti strutturali per l’autoproduzione di energia. Siamo arrivati a 67 miliardi di interventi, si è parlato di semplificazione, ma non si è neppure sfiorato il discorso sul solare. Il fotovoltaico sta crescendo non perché il governo aiuta, ma perché gli italiani si danno da fare. Le aziende sono piene di lavoro, ci sono tantissime richieste».
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