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Elezioni politiche, la Cassazione scioglie i nodi: in Calabria eletta Elisa Scutellà per il M5S

La Cassazione è venuta a capo dei complicati calcoli per determinare tutti i parlamentari eletti. Nel fine settimana 600 carabinieri porteranno il telegramma ufficiale con la proclamazione ai 400 neo deputati e ai 200 neo-senatori che da lunedì potranno presentarsi nei due Palazzi Romani per le pratiche di rito, a cominciare dalla foto. Il lavoro dei magistrati non è stato semplice a causa del massiccio ricorso di alcuni partiti alle pluricandidature, con conseguenze bizzarre, come il fatto che gli elettori veneti di Fdi hanno eletto un deputato in più nel Lazio e gli elettori napoletani di M5s ne hanno fatto eleggere uno in più in Lombardia. Il Rosatellum permette le pluricandidature, prevedendo dei meccanismi automatici per decidere dove vada proclamato un candidato eletto in più collegi. In alcuni casi però la decisione può dipendere da una manciata di voti, e in questi giorni in alcune Corti di Appello sono stati commessi errori materiali nelle somme dei voti provenienti dalle oltre 61mila sezioni elettorali. Revisionati tutti i verbali si è proceduto ai calcoli visto il massiccio ricorso alle pluricandidature. Ad esempio Giorgia Meloni è stata proclamata eletta nell’uninominale dell’Aquila, facendo subentrare il secondo nelle cinque liste proporzionali che guidava (Lombardia 1, Lazio 1, Sicilia 1, Sicilia 2, Puglia), vale a dire Lorenzo Malagola, Federico Mollicone, Gianluca Caramanna, Manlio Messina e Marcello Gemmato. Quest’ultimo, tuttavia, era stato eletto anche in un’altra lista proporzionale della Puglia, dove anche la seconda è stata a sua volta eletta altrove (Lucrezia Mantovani a Varese), quindi a passare è Luigi Maiorano. Tuttavia per i magistrati i guai sono iniziati quando in alcune liste proporzionali hanno esaurito i nomi di candidati, perché eletti altrove (in gergo si parla di «incapienza delle liste"). Ad esempio in Veneto orientale Fdi ha ottenuto tre seggi del proporzionale ma i primi due della lista di quattro candidati (Carlo Nordio e Maria Cristina Caretta) erano stati eletti altrove. Sono entrati alla Camera gli altri due candidati (Francesco FIliani e Marina Marchetto), e in base alla legge il terzo sarebbe dovuto essere recuperato in qualche uninominale perso in Regione, dove però il centrodestra ha fatto en plein. Il terzo eletto del Veneto orientale è stato recuperato nella circoscrizione dove Fdi ha la «maggiore parte decimale del quoziente non utilizzata», ossia nella circoscrizione Lazio 2. Ne ha beneficiato Paolo Pulciani, solo terzo in lista, ma i primi due erano stati già mandati in Parlamento dagli elettori del Lazio. Stesso meccanismo per la Campania 1 (Napoli), dove ad esagerare con le multicandidature è stato M5s: l’eletto mancante è stato recuperato in Lombardia 2, con Alessandra Todde. M5s aveva liste incapienti anche in Calabria, ma qui in alcuni uninominali aveva perso: nel derby interno tra Fabio Foti e Elisa Scutellà ha prevalso la seconda, che ha preso una percentuale più alta di voti, ed è eletta in vece di Federico Cafiero de Raho, a sua volta pluricandidato ma proclamato in Emilia.

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