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Nuovo governo, scontro tra Meloni e Berlusconi: "congelate" le trattative con Forza Italia

Lo scontro tra la leader di FdI Meloni e l’ex premier Berlusconi apre le prime pagine dei quotidiani in edicola oggi. Sulle pagine politiche, ovviamente, anche l’elezione del leghista Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera, le critiche dell’opposizione e il totoministri.

- CORRIERE DELLA SERA: Meloni: non sono ricattabile. Dura replica a Berlusconi, che in un appunto in Aula l’ha definita «prepotente e arrogante». Il leghista Fontana presidente della Camera. Le opposizioni all’attacco su diritti e rapporti con Mosca. Totoministri: Rampelli per il dopo Cingolani. E alla famiglia spunta Rauti. Le trattative «congelate» con FI. Accordo ormai saldo su Giorgetti all’Economia. I punti fermi di Fitto agli Affari Ue e Urso alla Difesa. Torna l’idea dei vicepremier Salvini e Tajani. E il leghista potrebbe andare alle Infrastrutture. Intervista all’ex ministro Maroni: «Per la guida della Lega serve un moderato senza cerchi magici».

- LA REPUBBLICA: Scontro nella maggioranza. Meloni-Berlusconi, resa dei conti. Il leader di Forza Italia definisce l’alleata «supponente, prepotente, arrogante e offensiva». Lei lo gela: «Si è dimenticato un aggettivo: non ricattabile». La presidente di FdI si vendica sulla formazione del governo: niente Giustizia agli azzurri. Tajani prova a mediare, si lavora a un incontro fra i due. Camera, eletto il leghista filo-russo Fontana. L’opposizione insorge. Il Pd: «Uno sfregio». Intervista a Zan (Pd): «La sua elezione fa felice Putin. Io come vice? Lo deciderà il partito».

- IL MESSAGGERO: Camera, Fontana presidente. Eletto il leghista che esalta il Papa e le diversità. La Meloni: ora spediti con il governo. Nervi tesi tra FI e FdI. Berlusconi attacca Giorgia, che replica: «Io non sono ricattabile». Intervista a Rampelli: «Ma non ci saranno divisioni. La coesione del centrodestra è una scelta e una necessità». Parla Gasparri: «Voti dall’opposizione? Ben vengano. Il centrodestra andrà unito al Quirinale».

- LIBERO: Il vaffa di Giorgia a Silvio. I commenti 'rubatì del Cav sulla leader FdI: «E' arrogante e offensiva». Lei s'infuria: «Ma non sono ricattabile». I consiglieri: ora che sono pari si ricomincia a trattare.

- IL FATTO QUOTIDIANO: Che fai lo cacci? Rissa continua. B. insulta Meloni, che lo liquida: «Non sono ricattabile».

- LA STAMPA: La sfida di Meloni: «Non sono ricattabile». Schiaffo a Berlusconi dopo il 'pizzinò al Senato: «Arrogante, prepotente, offensiva, con lei non è possibile trattare». Fontana nuovo presidente della Camera con 20 voti in meno. Protesta in Aula. Il Pd non applaude e Letta: «Uno sfregio al Paese». Il retroscena: la tentazione del Cavaliere, non indicare Meloni premier. Intervista a Renzi: «La faida a destra finirà a tarallucci e vino, se la maggioranza salta, noi siamo pronti». Parla Violante: «Giudizio sospeso sulle alte cariche, ho chiamato La Russa per ringraziarlo».

- IL TEMPO: Resa dei conti tra Meloni e Cav. Scoppia il caso degli appunti di Berlusconi su Giorgia «arrogante e prepotente». L’affondo della leader di FdI: «Ha dimenticato una cosa, non sono ricattabile». Salvini tenta la mediazione. Al fedelissimo Fontana la presidenza della Camera.

Le prossime tappe verso il nuovo governo

Eletti i nuovi presidenti dei due rami del Parlamento, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, mancano ancora da compiere alcuni passaggi necessari a rendere perfettamente funzionanti Camera e Senato. Il primo step, propedeutico all’avvio delle consultazioni, è l’elezione dei capigruppo. Questo perchè, da tradizione costituzionale ormai consolidata, il Capo dello Stato consulta i presidenti delle Camere e poi i leader di partito accompagnati dai rispettivi capigruppo. L’elezione dei presidenti di gruppo è l’ultimo passaggio strettamente connesso alla nascita del nuovo governo. Gli altri step burocratico-istituzionali riguardano, invece, solo l’organizzazione e vita interna di Camera e Senato. Questi ultimi passaggi consistono nel completamento degli Uffici di presidenza (vicepresidenti, Questori e segretari d’Aula), e nella composizione delle commissioni permanenti e bicamerali, con l’elezione dei rispettivi presidenti. Ma questi step sono successivi alla formazione del governo e al voto di fiducia da parte del Parlamento all’esecutivo, in quanto rispecchiano gli equilibri interni alla maggioranza e allo stesso governo ed anche gli equilibri tra le opposizioni.

- CAMERA: Entro lunedì prossimo, 17 ottobre, i deputati dovranno comunicare al segretario generale di Montecitorio a quale gruppo intendono iscriversi. L’indomani, martedì 18 ottobre, si riuniranno le assemblee dei gruppi per leggere i propri presidenti. Le assemblee per l’elezione dei capigruppo sono convocate alle 15. Infine, l’aula della Camera è convocata per mercoledì 19 ottobre, alle 14, per procedere al completamento dell’Ufficio di presidenza, ovvero i deputati saranno chiamati ad eleggere i vicepresidenti, i Questori e i segretari d’Aula. Nel dettaglio, si dovranno eleggere quattro vicepresidenti; tre deputati Questori; almeno otto deputati Segretari (il numero dei Segretari può essere elevato, qualora necessario, per consentire la presenza di tutti i gruppi parlamentari nell’Ufficio di presidenza).

- SENATO: Entro lunedì 17 ottobre ogni senatore dovrà indicare alla presidenza a quale gruppo intende iscriversi. Il termine è stato prorogato di un giorno. Il Regolamento prevede infatti che la comunicazione debba pervenire entro tre giorni dall’elezione del nuovo presidente, ma in questa occasione il tempo massimo sarebbe scaduto domenica. Se un senatore non indica un gruppo verrà assegnato automaticamente al gruppo Misto. I senatori a vita possono invece non appartenere ad alcun gruppo. I gruppi sono convocati per martedì 18 ottobre alle ore 14 per procedere alla propria costituzione e, a seguire, all’elezione dei rispettivi capigruppo. La conferenza dei capigruppo è convocata per lo stesso giorno alle ore 17. Infine, L’Aula di palazzo Madama tornerà a riunirsi mercoledì 19 ottobre alle ore 15 per procedere all’elezione dei quattro vicepresidenti, dei tre Questori e degli otto senatori segretari che andranno a comporre il Consiglio di Presidenza.

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