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Cambia il superbonus, sarà al 90% e anche per le villette

Federico Freni con Giorgia Meloni

Sul superbonus si cambia. La detrazione per i lavori di efficientamento energetico degli edifici sarà ridotta dall’attuale 110%. Ma soprattutto si riaprono i giochi per le villette, che da gennaio sarebbero state escluse dall’incentivo. In vista della legge di bilancio, il governo sta studiando una "revisione straordinaria" dell’incentivo, che parte da una riduzione dell’aliquota dal 110%, finora garantita per i condomini anche nel 2023, al 90%. Si riapre inoltre l’accesso al bonus (con la stessa percentuale) alle villette, anche se con precisi paletti: i proprietari delle abitazioni unifamiliari potranno beneficiare dello sconto solo se vi risiedono, e per loro quindi la villetta è la prima casa, e hanno un reddito massimo di 15 mila euro. La soglia però potrà salire in base al numero di componenti la famiglia, introducendo così una sorta di sistema basato sul quoziente familiare.

La logica l’ha spiegata il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, definendo «poco sensato che queste norme possano servire a migliorare la seconda o terza casa». Meglio rigenerare i centri urbani e favorire chi non può permettersi di accedere ai bonus, prediligendo «il palazzo di periferia piuttosto che la villa di campagna». La misura del superbonus, introdotta nel 2020 con il decreto Rilancio, prevede attualmente una detrazione del 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici. La detrazione è ripartita dagli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta dal primo gennaio 2022. Il superbonus è stato prorogato fino al 2025, ma non per le villette, che in base alla legge in vigore sono escluse dall’agevolazione a partire dal primo gennaio 2023.

Per i condomini è invece al momento prevista la conferma del 110% l’anno prossimo con un decalage negli anni successivi. A fine settembre, secondo gli ultimi dati dell’Enea, gli investimenti ammessi alla detrazione del superbonus 110% sono stati complessivamente 51,21 miliardi, con detrazioni a carico dello stato previste a fine lavori per 56,33 miliardi. Il Pnrr destina complessivamente 13,95 miliardi alla misura. La possibile modifica non convince però i costruttori, che frenano. «Prima di ragionare di percentuali vogliamo capire qual è la politica industriale, dove si vuole andare», dice la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, contraria ad una nuova modifica delle regole in corso «senza peraltro - puntualizza - aver ancora risolto il problema della cessione dei crediti». «I bonus li vogliamo con cognizione di causa, con obiettivi», aggiunge. Con l’Ance giovani che rimarca: in due anni il superbonus 110% ha permesso l’efficientamento energetico di "oltre 35.000 condomini rispetto ai 1.443 realizzati con i bonus ordinari nei 7 anni precedenti», generando un valore pari al 7,5% del Pil.

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