Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Superbonus cambia ancora, torna la proroga: 110% fino a fine anno, ma...

Si riaprono i giochi per la proroga del Superbonus. La possibilità di estendere al 31 dicembre i termini per usufruire dell’agevolazione piena, che sembrava ormai accantonata, vedrà la luce in manovra. La soluzione in extremis è stata confermata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nonostante 24 ore prima fossero invece circolate indiscrezioni opposte che davano la proroga per accantonata. La condizione è però che le delibere condominiali siano state approvate entro l’11 novembre. Sul nodo dei crediti incagliati, invece, la strada individuata è nel dl Aiuti quater e punta sulla garanzia di Sace, con la possibilità di una cessione in più per banche e assicurazioni. La proroga della scadenza (dal 25 novembre a fine anno) per presentare le Cilas beneficiando così dell’incentivo al 110%, proposta come emendamento al decreto aiuti quater, sembrava definitivamente saltata. Ma il problema non era di sostanza, quanto di forma.

Nelle ultime ore è emersa «una problematica tecnica», legata ai tempi di approvazione del decreto, ha spiegato il relatore Guido Quintino Liris (FdI): il decreto Aiuti quater arriverà in Aula al Senato non prima di martedì, ma servirà anche dell’ok della Camera, e quindi andrà a completamento a metà gennaio. Ovvero, fuori tempo massimo rispetto ai tempi indicati nella proroga. Di qui l’idea di aggirare l’ostacolo inserendo la norma direttamente in manovra: la proposta, spuntata in mattinata, è stata avanzata al governo e alla maggioranza dallo stesso Liris, appoggiato poi direttamente da Giorgetti. Per superare l’altro scoglio legato al Superbonus, cioè lo sblocco dei crediti incagliati, la soluzione individuata - messa nero su bianco in un emendamento tra i riformulati - prevede di alzare da 2 a 3 le cessioni dei crediti ad intermediari 'qualificatì, ovvero a banche e assicurazioni, passano da 2 a 3.

Allo stesso tempo la Sace può concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, «strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese». Una soluzione che però per le opposizioni non risolve il problema. Per Misiani (Pd) si tratta di "aria fritta": risposte "assolutamente inadeguate per sbloccare i 5 miliardi di crediti fiscali incagliati". «La toppa che hanno cercato di mettere è peggio del buco», aggiunge il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni. «Registriamo molta confusione tra la maggioranza ed il Governo», commenta Azione, che torna riproporre la soluzione della compensazione degli F24, "sostenuta da Ance e Abi e su cui si registra una larga convergenza». Al di là del 110% nel dl restano però anche altri nodi, in primis lo scudo per i versamenti delle società sportive, in particolare del calcio. Il governo ha avuto in serata una riunione con la maggioranza in Senato. L’obiettivo è sbloccare l'empasse venutasi a creare sul provvedimento, per poter procedere con le votazioni. Ma per Giorgetti le società sportive dovranno essere trattate come tutte le altre.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia