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La benzina vola a due euro a litro. Tutte le opposizioni contro la Meloni: "Maxi stangata"

Giuseppe Conte e Giorgia Meloni

Brutto regalo di inizio d’anno per gli automobilisti italiani. Un regalo che a fine anno potrebbe costare oltre 360 euro in più per spostarsi. Come noto con la manovra è stato deciso di ridurre ulteriormente il taglio alle accise sui carburanti che per qualche mese aveva calmierato i prezzi: a novembre lo sconto era già stato ridotto da 30,5 cent a 18,3 cent (dal primo dicembre).

Poi è stato del tutto tagliato a partire dal primo gennaio. Così in appena pochi secondi tra il 31 dicembre e il 1 gennaio il prezzo della benzina, come immortalato sui social, ha ripreso di colpo a salire. E continua a farlo. Meno costa al self, chiaramente, ma sono moltissime le segnalazioni sui social di benzina self oltre i 2 euro. Con casi 'limite come, ad esempio Napoli dove tra i distributori più cari ci sono quelli in centro città, che chiedono 2,199 euro per un litro di verde. Oppure a Lipari (nelle isole Eolie) dove si era già toccato il picco di 2 euro l’anno scorso e oggi la benzina costa 2,17 euro al litro e il gasolio 2,21 euro. Gli effetti dei rialzi - spiega Staffetta Quotidiana - si riversano sulle medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa che per il servito si aggirano attorno ai 2 euro al litro. La media della benzina in self service supera questa mattina quota 1,8 euro/litro, il gasolio vola verso 1,87, mentre sul servito la benzina viene venduta a 1,95 euro/litro e supera i 2 euro per il gasolio (2,02 euro/litro). Ma sono appunto moltissime le segnalazioni che gli automobilisti scaricano sui social dove si è aperta una vera caccia al prezzo con le colonnine delle quotazioni fotografate e pubblicate tra commenti spesso irripetibili. Come noto l’andamento dei prezzi alla pompa riflette (anche se lentamente) l’andamento delle quotazioni internazionali condizionate dalle decisioni del cartello dei paesi produttori (l'Opec+), influenzati a loro volta dalla situazione politica internazionale. Ma indipendentemente da queste variabili - rileva Assoutenti - la maggiore spesa sarà legata solo al rialzo delle accise. Ad esempio - spiega l’associazione - rispetto il prezzo medio del mese di dicembre, con i listini odierni, un pieno costa in modalità self +6,9 euro, ossia 166 euro annui in più. Non va meglio per il gasolio: sempre rispetto al prezzo medio di dicembre, pieno costa 7,15 euro in più. Ossia +172 euro annui. Questo raffrontando i prezzi di dicembre e di oggi: ma se si considera lo stop complessivo al taglio delle accise da 30,5 centesimi, la maggiore spesa annua, indipendente dal futuro andamento dei listini dei carburanti, raggiunge +366 euro annui.

I rincari compattano le opposizioni

L’aumento dei prezzi legati alla scadenza dello sconto sulle accise riesce a compattare momentaneamente l’opposizione che, per la prima volta dal varo del governo Meloni, sembra parlare con una sola voce. Dal Partito Democratico ad Azione-Italia Viva passando per Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra è un coro unanime contro quella che viene definita una «maxi stangata del governo». Dal Pd si fa notare che, proprio mentre gli italiani si preparano a fare fronte ai rincari, la priorità del governo sembra essere un’altra: «Il governo parla di presidenzialismo e autonomia», spiega la capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Simona Malpezzi. «Una distrazione di massa necessaria per la maggioranza guidata da Giorgia Meloni responsabile di questo inizio d’anno di rincari». Per il vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, Dario Parrini, «siamo alla fuga dai problemi urgenti. Le riforme istituzionali - una questione serissima, che meriterebbe iniziative appropriate - viene banalizzata e goffamente utilizzata per una campagna di distrazione di massa», sottolinea l’esponente dem.

Attivi su questo fronte i candidati alla segreteria dem, Schlein e Bonaccini. «Avevamo chiesto una proroga per rendere gli abbonamenti per bus, tram e metro meno costosi per le famiglie a medio e basso reddito, ma il governo non ci ha ascoltati», ricorda Elly Schlein: «Anzi, da gennaio aumenteranno i prezzi del trasporto pubblico, dei pedaggi autostradali, delle bollette e dei mutui. Aumenti indiscriminati che peseranno di più su chi è in difficoltà. Pensionate e pensionati, giovani, lavoratori e lavoratrici che il governo non ha tutelato in questa manovra. Giorgia Meloni ha fatto proprio come Robin Hood, ma al contrario», sottolinea la deputata.

Il presidente dell’Emilia-Romagna ricorda le promesse della destra in campagna elettorale: «Benzina, Rc auto, bus: maxi stangata! Ma non avevano detto, scritto, urlato, promesso che avrebbero evitato tutto questo? Destra davvero coerente», scrive Bonaccini sui social network.

Il Movimento 5 Stelle, con i capigruppo di Camera e Senato, parla di «frutto avvelenato delle scelte del governo» che, sottolineano Francesco Silvestri e Barbara Floridia, colpiscono «soprattutto i cittadini più fragili ed il ceto medio, che si conferma l’obiettivo maggiormente preso di mira dalle politiche forsennate di questo governo». Sui social, poi, il M5s pubblica un meme che raffigura Giorgia Meloni con alle spalle due indicatori dei prezzi del carburante alla pompa, il primo con la tariffa applicata prima dello stop allo sconto sulle accise, il secondo dopo. Il commento: «Gli auguri di buon anno di Giorgia Meloni arrivano con un aumento del prezzo della benzina che, al servito, sfonda già i due euro. Una stangata enorme per le famiglie italiane già duramente colpite dall’inflazione che galoppa».

Dal Terzo Polo, il capogruppo alla Camera Matteo Richetti si chiede «come Meloni intende coltivare il patriottismo di cui si riempie la bocca senza un soldo su giovani, sanità e università. Al terzo giorno dell’anno contiamo solo accise sui carburanti aumentate, pedaggi autostradali più alti e quota 103. Non è un Governo per giovani», conclude Richetti parafrasando il romanzo dell’americano Cormac Mc Carthy, «Non è un Paese per vecchi». Matteo Renzi utilizza un video girato in auto per segnalare che «il governo doveva fare grandi novità e ha iniziato aumentando benzina, pedaggi e sigaretta. Poi dicono che la pacchia è finita. Forse la pacchia è finita per gli automobilisti. Buon anno a tutti e occhio al portafoglio: c'è il governo Meloni». Sulla stessa scia Alleanza Verdi e Sinistra che parla di «tripletta» del governo: «I prezzi della benzina torneranno a salire, come i pedaggi autostradali e i prezzi dei biglietti di autobus e metro. Una tripletta che peserà sui bilanci familiari, una vera e propria stangata per le famiglie», afferma il senatore Tino Magni.

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