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Dietrofront: tornano le province, tutte le forze politiche d'accordo

I partiti fanno dietrofront sulle province: dopo anni in cui, da più parti, questi enti intermedi sono stati considerati inutili, se non addirittura dannosi, tutte le forze politiche sembrano aver riscoperto il loro ruolo. Tanto che sono ben sei i disegni di legge, praticamente di tutti i gruppi, depositati in commissione Affari costituzionali del Senato che ripropongono una sorta di «ritorno al passato», ovvero l’elezione diretta dei presidenti delle province, dei sindaci metropolitani e dei componenti dei consigli provinciali e metropolitani.

Oltre ai primi due ddl presentati dal senatore di FdI Marco Silvestroni e dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, ci sono le tre del Pd firmate, rispettivamente, da Bruno Astorre, Dario Parrini e Valeria Valente. Si tratta di proposte a titolo personale, spiegano dal gruppo dem che «vanno da un’ipotesi di ritorno radicale a prima della legge Derlrio all’ipotesi di trovare un punto di equilibrio dando la possibilità a sindaci e presidenti di nominare una giunta di quattro persone». Anche Forza Italia ha presentato un suo ddl a prima firma della capogruppo azzurra, Licia Ronzulli.

Annunciati ddl da parte di Italia viva e dal Movimento 5 stelle. Dalla commissione fanno sapere che i lavori sul ddl Province entreranno nel vivo tra due settimane. Su questo tema da tempo il ministro Roberto Calderoli si è detto disponibile: «Credo che sia necessario - disse a fine novembre - ricreare il soggetto provincia, che debba essere eletto nel suo presidente e nel consiglio con una elezione diretta». Su questo tema, un’importante apertura arriva anche dal Movimento Cinque Stelle, un tempo fiero sostenitore dell’abolizione: «L'ultima riforma - sottolinea Giuseppe Conte - ha lasciato le province in un limbo. Tutte le forze politiche devono impegnarsi e non lasciare una riforma a mezza strada». L'ex premier non chiude nemmeno all’ipotesi di elezioni diretta? "Ci siederemo al tavolo con spirito costruttivo per ripensare le province, ma non vogliamo che sia un poltronificio. Insomma non devono diventare uno sbocco occupazionale per i partiti». Soddisfatti ovviamente i vertici dell’Upi: «I disegni di legge in Commissione - commenta il Presidente Michele De Pascale - dimostrano che finalmente è riconosciuta e condivisa l’urgenza di intervenire per ricostruire una nuova provincia pienamente operativa e in grado di assicurare ai territori una crescita economica e sociale equa e omogenea».

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