«Misogina», «sessista», «ripugnante». Stavolta la vignetta pubblicata dal Fatto Quotidiano contro il governo non è piaciuta a nessuno, nemmeno alle forze politiche di opposizione, che si sono dette contrarie a un tipo di satira irrispettosa e scadente nell’offesa. Sotto attacco nell’illustrazione di Mario Natangelo è Arianna Meloni, sorella della premier e moglie del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. La donna viene rappresentata a letto con un uomo di colore che le chiede: «E se arriva tuo marito?», mentre lei risponde: «Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica». Esplicito il riferimento alle parole - già oggetto di polemica - pronunciate dal ministro, intervenuto sul tema natalità al congresso Cisal di martedì.
Tra i primi a commentare la vignetta è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha criticato su Facebook le «allusioni indegne» fatte alla sorella, considerate» in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna». Unanime la solidarietà mostrata dagli esponenti di governo, così come quella giunta dai partiti di opposizione. È una vignetta "disgustosa e volgare» ha detto il capo di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha parlato di «aggressione mediatica» da parte del Fatto. Per Azione «si tratta di volgarità pura e semplice», come ha affermato Carlo Calenda. Più neutro Giuseppe Conte, capo dei Cinque Stelle, per il quale «la satira rimane satira». Assente nel coro dei commenti,fino alla tarda serata, è invece la voce della segretaria del Pd Elly Schlein, così come quella del capo della Lega Matteo Salvini. In entrambi i casi, comunque, ci sono state dichiarazioni da parte di altri membri dei partiti in questione. Per una volta, quindi, maggioranza e opposizione sembrano essersi trovate d’accordo su qualcosa senza troppe remore. Tuttavia, non sono mancate le discussioni. Durante una seduta alla Camera, Augusta Montaruli (Fdi) ha espresso la sua solidarietà alla sorella di Giorgia Meloni, invitando gli altri a fare lo stesso. È stato il tentativo di replica di Marco Grimaldi (Avs) a far scoppiare la bagarre. «La sinistra si sfila dalle battaglie contro la misoginia se non ne ha una convenienza politica» ha commentato poi Giovanni Donzelli, deputato di Fdi, mentre Grimaldi ha definito «inaccettabile» l’impedimento del suo intervento.
Passando dal mondo politico a quello giornalistico, il disappunto per la pubblicazione della vignetta resta invariato. "Il diritto di satira cede il posto a un contenuto sessista e disgustoso» ha dichiarato il presidente dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, il quale ha suggerito «qualche giorno di vacanza» al vignettista del Fatto. Nonostante tutti gli attacchi, però, resta impassibile il direttore della testata Marco Travaglio, rifiutatosi di «spiegare le battute a chi non le capisce». Mentre in un tweet del Quotidiano viene rivendicata la libertà di espressione e di satira, «ancora una volta attaccata dal potere».
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