Venerdì 29 Novembre 2024

Meloni: "Sul Mes basta polemiche, ora l'interesse dell'Italia". Via libera del Senato alla risoluzione di maggioranza

L’Aula del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo del 29 e 30 giugno. I voti favorevoli sono stati 94, i voti contrari 28 e gli astenuti 35. (L’Assemblea di palazzo Madama ha inoltre votato per parti separate la risoluzione del Pd, che ha visto approvati i punti su cui il governo ha espresso parere favorevole (129 sì, 1 contrario), mentre sono stati respinti i punti su cui il governo ha espresso parere negativo (30 sì, 90 no). Anche la risoluzione Azione-Iv è stata votata per parti separati ed hanno ottenuto l’ok dell’Assemblea sui punti condivisi dall’esecutivo (128 sì e 28 no), respinti invece quelli non condivisi. Bocciate per intero, invece, le risoluzioni di M5S e di Avs, su cui il governo ha espresso parere completamente contrario.

Le sfide per l'UE

"Anche il prossimo Consiglio europeo, il quarto da quando si è insediato il nuovo governo, ha in agenda sfide prioritarie per l'Unione europea: l'aggressione all'Ucraina, la sicurezza, la difesa, la migrazione", ha detto la premier Giorgia Meloni.

MES

"Non reputo utile all'Italia alimentare una polemica interna sul Mes. L'interesse dell'Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale". Standing ovation dei deputati di Fdi nell'Aula della Camera quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni delinea la sua road map sul Mes. Restano seduti quelli della Lega. Dai banchi del Pd commenti e "buuu", con la capogruppo Chiara Braga a fare ampi gesti con le braccia, come a dire "ma guarda un po'". "La commissione europea ha presentato il 20 giugno una piattaforma, Step, per semplificare le procedure" sullo stanziamento dei fondi che "concede flessibilità per i settori strategici: era una richiesta che l'Italia aveva avanzato". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in Aula alla Camera durante le comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "La proposta - ha evidenziato - è un importante punto di partenza per il negoziato al quale l'Italia intende contribuire, questo strumento" può essere un "primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità". "Il Consiglio Ue si occuperò anche di sicurezza economica", della necessità di un "maggiore controllo e difesa delle catene produttive e della propria autosufficienza che qualcuno avrebbe bollato come un approccio autarchico ma in realtà è un approccio realistico di chi crede che la Ue debba proteggere le proprie catene e non essere esposta a dipendenze che rischiano di essere pericolose".

Ucraina

"Tratteremo ancora una volta dell'aggressione della Federazione Russa all'Ucraina. L'Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Mi limito a notare come questo episodio ha contribuito a far emergere le difficoltà della sistema di potere di Putin e a smontare la narrazione russa secondo cui in Ucraina sta andando tutto secondo i piani". "L'Ue confermerà il convinto sostegno al popolo ucraino. La chiara posizione del governo italiano è riconosciuta e apprezzata e dai nostri partner e rafforza il peso della nostra nazione", ha detto la premier. "Seguiamo con grandissima attenzione e sosteniamo pienamente gli incessanti sforzi e l'azione diplomatica del direttore generale dell'Aiea Grossi: dopo l'esplosione della diga di Kakhovka siamo preoccupati che la centrale di Zaporizhzhia possa essere usata come strumento di guerra. È dovere di tutta la comunità internazionale vigilare perché una simile catastrofe non avvenga".

I rapporti con la Cina

«Di grande portata sarà la componente di politica estera. È prevista una discussione sulla Cina. Il futuro delle relazioni con Pechino è al centro di un intenso dibattito. Andrebbe aperto un dibatto su come l’Unione ha gestito l’ingresso della Cina nel commercio globale. Quella cinese e quella europea sono economie interdipendenti. Il rapporto economico dovrebbe evolvere verso standard comuni». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. La presidente del Consiglio ha poi espresso la necessità di «sostenere con forza la competitività del nostro sistema produttivo per non cadere in nuovi deleteri legami di dipendenza».

Inflazione

"L'inflazione è tornata a colpire l'economia, è un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia".

Sicurezza

"Non è mutata la fase che l'Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell'avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg".

Migranti

Alla riunione "centrale sarà il tema delle migrazioni", prima di tutto "sul punto mi unisco al cordoglio per la recente tragedia al largo delle coste greche", ha detto la premier sottolineando "l'impegno in ogni sede a stroncare il tragico traffico delle vite" che genera queste tragedie. La frase è stata sottolineata da un applauso dell'Aula. "E' stato riconosciuto finalmente che la migrazione è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l'approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione". "Si comincia a comprendere che se si vuole affrontare alla radice il problema della migrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell'Africa. Una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l'Europa, che tuttavia dovrebbero andare prima di tutto a beneficio dei popoli che ne sono detentori". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. "L'obiettivo - ha aggiunto - è garantire prosperità, pace e amicizia durature con un modello di cooperazione che deve essere paritario, non predatorio". Lungo applauso della maggioranza nell'Aula della Camera quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di non aver accettato di essere "pagata per trasformare l'Italia nel più grande campo profughi d'Europa". Immobili, invece, i deputati di opposizione.

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