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"La Russa? Non entro nelle reazioni di un padre": bufera sulla ministra della Famiglia Roccella. Scoppia il caso Facci

Fischi alla fine dell'incontro ieri sera a Il libro possibile. "La Russa - ha detto la ministra - è un padre. Ricordo che è stato colui che ha proposto una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne". Indignazione per l'articolo del giornalista su Libero, Ruotolo invoca l'intervento del Commitato etico Rai

Così la ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha risposto durante l'incontro a Il libro possibile, a una domanda del giornalista di Sky Fabio Vitale sulle accuse a Leonardo La Russa e le dichiarazioni del padre, presidente del Senato. Le parole della ministra, arrivata al festival letterario sostenuto da Pirelli (a Polignano a mare dal 5 all'8 luglio e a Vieste dal 18 al 22) per parlare del suo libro autobiografico Una famiglia radicale, sono state accolte da alcuni buu provenienti dalla piazza. Alcune contestazioni sono arrivate anche alla fine dell'incontro: "Io sono per la libertà di parola, mia e di chi contesta" ha commentato.

 

Caso La Russa, Ruotolo (Pd): "Sul programma a Facci, la Rai ci pensi"

E intanto scoppia anche il caso Facci, che sulla violenza denunciata a Milano dalla ragazza di 22 anni, ha scritto su Libero dell'8 luglio: "fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa".

"Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma a Filippo Facci che si esprime così sul giornale: "una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?", dichiara Sandro Ruotolo responsabile informazione del Partito Democratico. "E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista", conclude Ruotolo.

Odg, FNSI, Usigrai e GiULiA e si riservano una denuncia al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti di Milano

Le leggi, le norme deontologiche, il Manifesto di Venezia. Ma prima di tutto il principio di umanità e di rispetto primario verso le persone, "rendono intollerabile quanto scritto da Filippo Facci sulla violenza denunciata a Milano da una ragazza di 22 anni, di cui il giornalista scrive su Libero dell'8 luglio ("fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa").

"Non c'è alcun diritto di critica in un linguaggio di tale violenza, che calpesta ogni regola di umana solidarietà e di buon senso, e non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un caso politico, come se questo consentisse l'oltraggio verso la querelante. Non sono i toni dissacranti e ironici a turbare, ma la totale insensibilità su un problema che sconvolge le donne, tutte le donne, con un approccio disposto a violare ogni codice di civile rispetto" è la presa di posizione delle commissione pari opportunità dell'Ordine dei giornalisti e GiULiA giornaliste.

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