Non solo la manovra, ecco tutti i dossier d'autunno per la Meloni: salario minimo, riforme, migranti, giustizia
Ancora qualche giorno di vacanza, poi per governo e Parlamento riprenderà la normale attività. E si preannuncia, almeno sfogliando l’elenco dei vari dossier aperti, un autunno «impegnativo», come ha spiegato la stessa premier Giorgia Meloni.
Manovra e cuneo fiscale
Settembre segna l’avvio della preparazione della manovra: entro il 27 settembre, infatti, il governo deve presentare la Nadef, ovvero l’aggiornamento delle stime economiche indicate in primavera nel Def. Entro il 15 ottobre, l’esecutivo dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di Bilancio. Infine, entro il 20 ottobre (anche se non è un termine perentorio, visto che in passato è stato spesso 'sforatò) il governo deve licenziare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio. Il governo ha già annunciato che le maggori risorse saranno destinate alla conferma del taglio del cuneo fiscale, considerata una «priorità». Secondo le prime stime, la manovra dovrebbe essere di 25-30 miliardi, dieci dei quali da destinare appunto alla conferma del taglio del cuneo: il nodo principale, dunque, sarà reperire tutte le risorse necessarie.
Salario minimo
Alla ripresa dei lavori, poi, i riflettori saranno puntati sulla proposta di legge delle opposizioni (ad esclusione di Italia viva) sul salario minimo. Se ne riparlerà infatti non prima di inizio ottobre (anche in questo caso dopo la sospensiva di due mesi voluta dal centrodestra e votata dalla Camera). Stesso tempo (60 giorni) indicato dalla premier per tentare una soluzione condivisa su lavoro povero e salari bassi, con il coinvolgimento del Cnel, a cui la premier - dopo il vertice a Palazzo Chigi con i leader delle forze di minoranza - ha affidato il compito di approfondire la materia. Nel frattempo le opposizioni hanno lanciato una raccolta firme a sostegno della petizione in cui si chiede ai cittadini di supportare la proposta di un salario minimo di 9 euro lordi l’ora (al momento, annunciano i proponenti, sono già state raccolte circa 300mila firme).
Giustizia
In autunno il Parlamento inizierà ad affrontare anche la riforma Nordio sulla giustizia: il ddl è stato assegnato alla commissione Giustizia di palazzo Madama, ma l’iter si preannuncia in salita, alla luce delle polemiche già suscitate dalle norme sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio, i limiti al potere di appello del pm e l’ampliamento dei divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni. Sempre in tema di giustizia, altro dossier 'caldò quello sulla prescrizione. A Montecitorio, invece, potrebbe riprendere l’iter della riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla quale c'è il pressing di Forza Italia ma è un testo che non riscontra il favore di tutte le forze politiche.
Autonomia e riforme
Percorso in salita anche per l’autonomia differenziata, il cui esame è partito al Senato ma le opposizioni - contrarie alla riforma - hanno subito dato battaglia, ottenendo alla ripresa dei lavori l’audizione del Comitato nominato dal ministro Calderoli sui Lep (che nel frattempo ha perso qualche 'pezzò). Poi si entrerà nel vivo con le votazioni sugli emendamenti. In autunno, poi, la ministra Elisabetta Casellati dovrebbe presentare la riforma costituzionale che mira, stando alle anticipazioni, all’elezione diretta del premier. Testo inizialmente annunciato entro l’estate ma poi slittato. L’elezione diretta viene nettamente bocciata dalle opposizioni, fatta eccezione per Italia viva: Matteo Renzi, a sorpresa, prima della pausa estiva ha presentato un suo testo. Tra i provvedimenti da riprendere in autunno c'è anche la proposta di legge per rendere la maternità surrogata reato universale: norma fortemente voluta da FdI, ha incassato il via libera della Camera e ora la parola definitiva toccherà al Senato. Infine, sempre il Senato dovrà occuparsi di un altro dossier 'delicatò: l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid, con le modifiche al testo dopo le osservazioni del Capo dello Stato.
Extraprofitti e Mes
Sul fronte economico, sono diversi i dossier che tra esecutivo e Parlamento dovranno essere affrontati e sui quali non mancano nodi da sciogliere, anche all’interno della maggioranza: tra i primi provvedimenti il decreto Asset, approvato dal Cdm prima della pausa estiva e che contiene la norma sulla tassa sugli extraprofitti delle banche. Misura che non convince Forza Italia, tanto che il vicepremier e segretario del partito azzurro, Antonio Tajani, ha sin da subito annunciato modifiche in Parlamento, lamentando anche le modalità con cui è stata approvata. Sul punto, però, sia la premier che gli altri due partiti di maggioranza, FdI e Lega, sono determinati ad andare avanti. Il provvedimento è stato inizialmente incardinato alla Camera, ma poi spostato al Senato, ramo da cui inizierà l’iter. Infine la 'vexata quaestiò sul Mes: dopo la sospensiva di quattro mesi votata a luglio dalla Camera e voluta dalla maggioranza, della sua ratifica se ne riparlerà a novembre (l'Italia è l’unico tra i paesi dell’Eurozona a non aver ancora dato il via libera alla modifica del cosiddetto 'Fondo salva Statì).
Migranti
Altro tema sul tavolo del governo, da affrontare in tempi rapidi alla luce dei numerosi sbarchi che si susseguono sulle nostre coste, e soprattutto alla luce dell’allarme lanciato dai sindaci, è quello sui migranti, con le possibili nuove regole su redistribuzione e accoglienza.