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G20, strappo della Meloni con la Cina sulla via della seta. Ecco il punto stampa della premier IL VIDEO

«Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. E' una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del G20 a New Delhi.

"Voglio ribadire - così ancora la premier - le congratulazioni mie e dell'Italia al primo ministro Modi per la riuscita di questa non facile edizione del G20. L'Italia ha offerto sin dall'inizio collaborazione alla presidenza indiana, soprattutto perché continuiamo a essere convinti che G20 sia un forum multilaterale strategico nella misura in cui consente di dialogare con i paesi emergenti e del sud globale".

"In Cina quando ci saranno maggiori elementi sulla nostra cooperazione bilaterale"

Non aiutiamo il racconto interessato che vorrebbe l'Occidente diviso dal resto del mondo - ha aggiunto -. Abbiamo dimostrato che siamo attenti alle esigenze dei Paesi del Sud, non vogliamo contrapposizioni fra Paesi del Nord e del Sud".
"Abbiamo avuto un bilaterale con il primo ministro cinese Li Qiang, un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il nostro partenariato bilaterale", ha anche detto Meloni. "L'invito è reiterato. All'esito di queste valutazioni che stiamo facendo intendo mantenere il mio impegno di una visita in Cina. Ha maggiore senso recarsi in Cina quando avremo maggiori elementi sulla nostra cooperazione bilaterale e su come svilupparla".

Via della Seta: accordo non vantaggioso per l'Italia

«Avere un quadro positivo di collaborazione dal punto di vista economico con la Cina, un parternariato strategico voluto da Berlusconi fin dal 2004, per noi è un elemento fondamentale. Noi lo vogliamo rinforzare, lunedì scorso i dirigenti dei nostri ministeri hanno trovato molti accordi con i cinesi. Quindi vanno favoriti gli scambi economici e culturali. Detto questo, la Via della Seta è una pagina delle nostre relazioni che non è stata vantaggiosa per noi, l’ho detto chiaramente a tutti i vertici del governo cinese». Lo dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a La Repubblica. «I dati dell’export sono chiari e sono più vantaggiosi per Germania e Francia, che non facevano parte della Via della Seta. Ascolteremo naturalmente il Parlamento - precisa il ministro - , ma la Via della Seta non deve essere fondamentale nei rapporti con la Cina». «Va riformato il partnernariato strategico», prosegue Tajani, aggiungendo: «Bernini e Santanchè andranno a breve in Cina, prima della visita di Meloni e di Mattarella. L'Italia nel 2024 guiderà il G7, siamo la seconda manifattura europea, siamo alleati degli americani ma non siamo nemici della Cina». In merito alle critiche di Meloni e Salvini al commissario Gentiloni: «Penso sia legittimo criticare un commissario. Ne ho criticati tanti anche io. Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia. So bene che da commissario europeo non deve guardare solo al suo Paese, ma se l’interesse generale è contro l’Italia allora qualcosa non va. Non esiste il diritto di lesa maestà», sottolinea. Riguardo il futuro di Fi, nessun accordo con Matteo Renzi alle Europee? «Siamo pronti ad accogliere candidati indipendenti, ma nessun listone e il perno resta Forza Italia», risponde Tajani.

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