Venerdì 29 Novembre 2024

Giorgia Meloni: "Lo spread non ci preoccupa. Ma c'è già chi fa i nomi dei ministri per un governo tecnico"

«La preoccupazione» sullo spread «la vedo solo nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto che ha una maggiornaza forte e che ha una solidità e sta facendo il suo lavoro debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto». Lo dice la premier, Giorgia Meloni, a margine dei lavori del Med9 a Malta. «Lo spread sta scendendo, evidentemente gli investitori hanno letto la Nadef - ha aggiunto Meloni. «L'Italia è solida e cresce più di Francia e Germania», ha proseguito la premier. Quanto alle ipotesi di governo tecnico, «Già si fanno i nomi dei ministri del governo tecnico, mi fa sorridere. Temo che questa speranza non si tradurrà in realtà», ha concluso.

Pd: Meloni è in paranoia da governo tecnico

«Invece di chiudersi nel bunker in preda alla paranoia da governo tecnico, Giorgia Meloni e i suoi fedelissimi farebbero meglio a impiegare il proprio tempo per la manovra di bilancio. Se il buon giorno si vede dal mattino (la Nadef), le prospettive sono decisamente sconfortanti: l’economia si è fermata e la destra non ha la più pallida idea di come rilanciarla». Lo scrive in un tweet il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

Bonomi: preoccupano il debito e la spesa pubblica

Visto il maxi debito pubblico, «lo spread ci preoccupa molto. Ho visto che il ministro Giorgetti ha detto che il solo aumento del differenziale quest’anno brucerà 15 miliardi. È una manovra finanziaria. Io credo che sia stata sbagliata la strada che ha preso la Bce. La sola strada dell’aumento dei tassi per combattere un’inflazione importata non serve. Anzi, il rischio è la recessione. Bisognava equilibrare l’aumento dei tassi, come avvenuto negli Stati Uniti, con altri stimoli». Lo dice in un’intervista a La Repubblica Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. «Sarebbe anche importante escludere determinati investimenti dal Patto di stabilità. Da noi gli investimenti sono crollati dal 3,5% del primo trimestre 2021 allo 0,8% degli ultimi trimestri» aggiunge. In Italia «bisogna rivedere seriamente la spesa corrente - spiega - sono oltre 1.100 miliardi all’anno: da qualche parte si potrà risparmiare? Francamente i due miliardi di tagli previsti sono pochi». In generale «c'è un rallentamento del commercio mondiale. Però, certo, la Germania sta rallentando in maniera consistente. Ed è il nostro primo partner commerciale, nel 2022 gli scambi hanno raggiunto i 168 miliardi di euro. Noi siamo un’economia di trasformazione, basata sulle esportazioni, e in presenza di una domanda interna asfittica, la Germania ci ha sempre garantito un buon andamento dell’economia. Insomma, non possiamo mai gioire se i tedeschi vanno male». Secondo Bonomi c'è uno «smarrimento della politica europea e mi sembra che dopo il periodo pandemico l’Europa abbia perso quello spirito cooperativo. E siamo dinanzi a grandi trasformazioni, a enormi sfide». In Europa «bisogna creare fondi comuni. Se la sostenibilità ambientale è un bene comune europeo bisogna che tutti i Paesi investano con le stesse possibilità altrimenti spacchiamo il mercato unico».

Lo spread Btp-Bund poco mosso a 193,5 punti, cala il rendimento

Sale lo spread Btp-Bund e chiude l'ultima seduta della settimana poco mosso a 193,5 punti base dai 193 del giorno prima quando era ridisceso nel finale dopo essere volato sulla soglia dei 200 punti. Rispetto a giovedì il rendimento del decennale italiano è leggermente calato al 4,77% (dal 4,85%). Si è mosso in linea con l'abbassamento della tensione sui titoli di Stato e non solo in Italia. I bond governativi americani ed europei hanno visto scendere i rendimenti dopo i rassicuranti segnali sull'inflazione nell’eurozona e su quella misurata dall’indice Pce negli Usa che potrebbero spingere Bce e Fed ad un atteggiamento più moderato sui tassi.

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