Giovedì 28 Novembre 2024

Maria Stella Gelmini fuori dalla commissione Affari costituzionali. Al suo posto la messinese Dafne Musolino?

La «telenovela» Azione-Iv, come l’ha bollata ironicamente il tribunale del social, si arricchisce di un altro capitolo. A scatenare l’ennesima faida all’interno dell’ormai ex terzo polo è l’estromissione di Maria Stella Gelmini, presidente del partito di Carlo Calenda, dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. «Non farò più parte della commissione - annuncia l’ex ministra  - e non l'ho deciso io ma Matteo Renzi ed Enrico Borghi (il capogruppo di Italia viva a Palazzo Madama) che non hanno avuto neanche il coraggio di dirmelo». «La decisione - è ancora il racconto di Gelmini - mi è stata comunicata, con non poco imbarazzo, da una funzionaria di IV. Complimenti per lo stile». Le ribatte a tono Borghi: «Visto che ti sei abituata a disertare le riunioni del gruppo, ti risponderò pubblicamente: ritengo che Dafne Musolino sia più capace e affidabile di te in prima commissione. Tocca al capogruppo decidere e ha deciso, sapendo di esprimere il consenso maggioritario del gruppo. Tutto qui. Stai bene». Lo scontro si allarga a Carlo Calenda e Raffaella Paita di Iv. Il primo ricorda che quando Borghi entrò nel gruppo parlamentare, «da statuto avremmo potuto mettere un veto sul suo ingresso. Non lo abbiamo fatto - sottolinea tagliente il leader di Azione - ritenendo che avrebbe tenuto un comportamento professionale o almeno conforme alla normale educazione. Amen». E duro è anche il post di Paita che invita Calenda a smettere di "attaccare Italia Viva» e a farsi «una vita anche senza di noi», se gli «riesce». Il divorzio tra Renzi e Calenda, già consumato nei fatti, non ha ancora l’ufficialità del Senato. Dopo che i sette senatori di Iv hanno cambiato nome alla squadra - togliendo il riferimento ad Azione - e i quattro calendiani hanno puntato i piedi (contestando la legittimità della decisione) la giunta per il regolamento non ancora si è espressa. Lo farà il 7 novembre.

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